Banconote false da 20 euro scambiate con l’inganno con soldi veri. E’ recidivo

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banconote false (immagine di repertorio)

La tecnica è ormai assodata, vale a dire spiegazzare o arrotolare una banconota da 20 euro falsa in modo da raggirare la persona (ingenua) di turno che accetta lo scambio ignara della truffa nascosta. Che venga usata astutamente per pagare una pizza d’asporto o che si chieda un favore per utilizzarne una integra in un distributore automatico o di benzina, la sostanza è sempre la stessa: falsificazione, spendita di monete false e truffa.

Sono questi infatti i capi d’accusa in cui è incappato – e non è la prima volta – un 36enne di Schio, che proprio nella città altovicentina si è fatto conoscere negli ultimi mesi per fatti simili tra loro, dopo aver acquistato in internet carta straccia camuffata però da fac-simile di soldi apparentemente validi.

Si tratta di S.Z., nato nel 1984, pregiudicato e nullafacente cronico. L’ultima truffa andata a segno risale allo scorso 4 giugno, in pieno pomeriggio, quando il soggetto poi denunciato si era preso il disturbo di suonare ai campanelli chiedendo la cortesia a chi rispondeva all’appello di cambiargli la banconota difettosa. Accampando la scusa che a rovinarla fosse stata la pioggia che scendeva in quelle ore. Un apparecchio di distribuzione automatica di sigarette, a suo dire, non l’accettava per questo motivo.

Ad abboccare al tranello un pensionato scledense, che accettava lo scambio ricevendo i 20 euro arrotolati, mentre il suo interlocutore si affrettava a dileguarsi a piedi. Tempo di una manciata di secondi e l’anziano si accorgeva di avere tra le mani una banconota contraffatta e senza filigrana, in pratica una fotocopia elaborata. Per poi precipitarsi nella sede della compagnia carabinieri di via Maraschin per denunciare l’accaduto. Visti i precedenti anche recenti – l’ultimo episodio analogo risaliva al 20 febbraio – i militari hanno agito in modo mirato: una volta raccolta la descrizione del malfattore a suonare il campanello, stavolta, sono stati proprio i carabinieri.

Un ammanco di poco conto che, però, visto il ripetersi di questo tipo di raggiri a Schio, si rivela utile diffonderne le modalità, al fine di mettere in guardia i cittadini ben disposti ad aiutare il prossimo con gesti innocui che, a volte, celano delle attività illecite.