L’addio a Claudia dopo soli 39 anni di vita e di “luce”. Era designer e mamma di tre figli

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Sullo sfondo uno scorcio del parco che ospiterà domani la cerimonia. Nel riquadro Claudia Balasso

“E’ nella luce”. Con queste tre semplici parole dal significato profondo i familiari di Claudia Balasso ne hanno annunciato la triste quanto prematura morte. Giunta al termine di una strenua lotta contro la malattia, costellata di battaglie vinte e altre da riprendere, di speranze e ricadute fino al doloroso epilogo ineluttabile, avvenuto lo scorso fine settimana. Designer di professione, artista creativa nel dna, si era ritagliata sempre maggior considerazione crescente nel settore, nonostante le asperità che la vita le aveva imposto negli ultimi anni.

Claudia Lascia il compagno Alberto, a cui ha affidato il futuro dei loro tre figli, insieme alla sorella Francesca e ai genitori, dopo gli ultimi abbracci terreni ai propri cari prima di salire là dove potrà vegliare dall’alto ciascuno di loro.

La giovane mamma di Schio aveva 39 anni, ma a piangerla è anche la vicina comunità di Santorso, dove alle pendici del Monte Summano era cresciuta nella famiglia d’origine prima di costruirsi il suo nido poco lontano. Oltre agli altri parenti, gli amici, i colleghi e chi nel mare magnum dell’espressione artistica in ogni sua sfumatura ha avuto modo di incontrarla e condividerne i lavori e i progetti. L’ultimo addio a Claudia in forma pubblica sarà celebrato domani pomeriggio, venerdì, alle 15 in centro storico a Schio. A breve distanza dal Duomo di San Pietro Apostolo. La scelta di svolgere il rito religioso all’aperto permetterà di garantire un afflusso maggiore di persone che vorranno rivolgere un pensiero, un gesto, o una preghiera in suo omaggio. Ad ospitare la cerimonia sarà infatti il vasto parco di Palazzo Boschetti, con ingresso da via Fusinato.

Professionista creativa nel campo del design e della moda, con la sua attività si è dedicata agli arredamenti d’interni e alla produzione grafica, dalla fucina di idee allestita nel suo laboratorio di via Riboli a Schio. Si era autodefinita come una “easy tiger”, vivendo con semplicità ma nello stesso tempo con energia e dinamismo ciò che amava fare, proporre e tenersi stretta con il suo approccio mai banale, nè superficiale, come solo gli artisti danno fare. Sapeva abbinare il talento che l’aveva resa imprenditrice di se stessa ad un’altra “impresa” altrettanto impegnativa in termini di tempo e a volte fatica ma ricca di gioie da vivere: quella di mamma di tre bambini, tutti di età inferiore ai 15 anni, Olivia, Agata ed Emilio. A loro per primi stanno andando in questi giorni i pensieri e i messaggi di conforto di tante persone vicine, con la promessa di rimanere al loro fianco in futuro e al fianco di continuerà a crescerli nel segno e nell’esempio lasciato dalla loro madre.