L’Sos delle case di riposo: La Casa, “dobbiamo proteggere gli anziani”. Primi dpi in arrivo

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In questo difficilissimo momento storico, tra i luoghi della società più in difficoltà troviamo sicuramente le case di riposo. E’ chiaro che il CoVid-19 sia particolarmente aggressivo nei confronti degli immunodepressi, e l’età media dei decessi in Italia supera gli 80 anni. Diventa quindi una necessità proteggere le case di riposo, dove tanti anziani trascorrono le loro giornate con l’assistenza continua del personale sanitario.

E’ in questo contesto che arriva l’appello congiunto di tante case di riposo vicentine, simbolicamente rappresentate da Giuseppe Sola, presidente dell’istituto “La Casa” di Schio. “Ce la stiamo mettendo tutta, come recita lo striscione posto all’ingresso della struttura, per salvaguardare la salute dei nostri 300 ospiti a Schio, e 130 a Montecchio Precalcino – spiega Sola – ce la stiamo mettendo tutta, e non farò mai abbastanza, per ringraziare i nostri 434 dipendenti che in questo momento lavorano con una situazione fisica e psicologica oltre il consentito. Come ben sapete, e più grande è la struttura e più grande è il problema, siamo in sofferenza con l’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuali per i nostri dipendenti che devono tutelare se stessi ed i nostri anziani. Ci mancano mascherine, camici, occhiali e guanti“. Una situazione di difficoltà aggravata dal fatto che il materiale sanitario è di difficile reperimento sul mercato. “Siamo riusciti, come capofila di una cordata anche per conto di altre case di riposo del territorio, ad effettuare un ordinativo tramite un importatore cinese – prosegue Sola – l’arrivo della merce dovrebbe essere previsto per lunedì prossimo, se ostacoli burocratici non bloccano l’ingresso alla dogana. Andiamo incontro ad oneri aggiuntivi che penalizzano un bilancio già in sofferenza. Ma non possiamo farne a meno, prima gli ospiti, il personale e poi il resto. Questa la nostra filosofia!”.

Da qui l’appello alla cittadinanza. “Sono quindi a chiedere al tessuto sociale del nostro territorio, che già in altre occasioni ha dimostrato la loro vicinanza, un contributo economico in base a ciò che si può, per darci una mano in questo momento difficile che, a mia memoria, non ha precedenti simili – conclude Sola -. Lascio per questo l’Iban di riferimento per eventuali bonifici con la causale COVID19, intestato a La C.a.s.a., Centro assistenza servizi per anziani: IT52K0200860755000000502899“.

La denuncia Uripa. La situazione nelle case di riposo è impegnativa un po’ dappertutto, con problematiche più gravi a macchia di leopardo. «Nonostante tutte le assicurazioni rese pubblicamente, ad oggi i nostri Centri di sevizio per anziani non autosufficienti non stanno ricevendo il materiale necessario (Dpi, dispositivi di protezione individuale), nemmeno quantitativi minimi, per la messa in sicurezza dal contagio i nostri ospiti e il personale laddove lo stesso abbia già colpito».Lo denuncia in una lettera a Ulss e Regione il presidente veneto di Uripa, l’Unione delle case di riposo, Roberto Volpe. Ancora nulla di fatto anche sul versante dei test di positività al personale delle case di riposo, “di cui le stesse avevano avuto comunicazione nelle scorse settimane”, denuncia Volpe. Una situazione critica ribadita ieri dalla Cgil Funzione pubblica.

Ci sono Ipab e centri servizi per anziani che per fortuna non hanno casi di positività. E’ uil caso della Fondazione Bressan di Isola Vicentina e dell’Ipab la Pieve di Breganze, ad esempio. «Da almeno tre settimane – spiega il presidente della Fondazione Bressan, Alberto Leoni – la struttura è praticamente sigillata dall’esterno. Stiamo seguendo tutte le prescrizioni dettate dalle autorità e anche noi attendiamo i dispositivi di sicurezza promessi nella speranza arrivino nel più breve tempo possibile. Abbiamo provveduto ad una sanificazione completa di tutta la struttura quindici giorni fa e ad attivare un piano molto dettagliato per l’emergenza. Uno degli aspetti fondamentali, in crisi come questa, è l’unità fra operatori infermieri, medici, funzionari e amministratori.Ma è fondamentale l’unità di azione anche con il Comune, la parrocchia e il volontariato locale. Ai familiari chiedo di avere la forza di sopportare la prolungata mancanza di contatti con i loro cari».
A Villa Montanina di Velo d’Astico, dove per Covid-19 è morta la madre superiora delle Passioniste, suor Edite Bartolini, e si è ammalata (in via di guarigione) un’altra suora, degli oltre venti pazienti della casa-albergo ne sono rimasti poco più di dieci. Alcuni ospiti e operatori si sono ammalati ma sono risultati negativi al tampone. “Il personale mancante è stato sostituito e come Comune, dato che la struttura è blindata, ci siamo interessati per la fornitura di pasti caldi da parte di Serenissima Ristorazione e dei medicinali, grazie al volontariato. La situazione pare ora sotto controllo. spiega il sindaco di Velo, Giordano Rossi.
Situazione più pesante invece nella casa di riposo S.Giuseppe di Pedemonte, dove la positività di alcuni operatori e la successiva messa in quarantena ha messo in difficoltà i servizi. Per questo la struttura cerca con urgenza sei infermieri professionali per assistere gli ospiti non autosufficienti (telefonare al numero 0445 747147 o scrivere a risorseumane@rsasgiuseppe.it o direzione@sasgiuseppe.it). Una dozzina nel piccolo comune dell’Alta Val d’Astico i contagiati.

L’Ulss 7 inizia la distribuzione.  Intanto proprio sabato pomeriggio l’Ulss 7 Pedemontana con un comunicato informa che in tutto il suo territorio è iniziata proprio oggi la distribuzione di 12 mila mascherine chirurgiche destinate agli operatori delle case di riposo, ricevute grazie agli approvvigionamenti di Azienda Zero e ad alcune donazioni. Le mascherine, distribuite equamente in circa seimila unità per ciascuno dei due distretti, consentiranno di soddisfare il fabbisogno dei prossimi giorni. Ulteriori distribuzioni – informa l’Ulss con una nota – potranno essere programmate secondo le necessità, compatibilmente con le disponibilità a magazzino. Parallelamente, già nella giornata di domani – domenica – inizierà una campagna di tamponi a tutti gli ospiti e gli operatori delle case di riposo, che sarà portata a termine nell’arco di una decina di giorni.