Lutto tra gli industriali vicentini: si è spento Bruno Gonzato, imprenditore “di ferro”

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Il mondo dell’industria vicentino è in lutto, in particolare nello storico comparto della lavorazione dei metalli. Si è spento infatti Bruno Gonzato, imprenditore del ferro battuto, capace di fondare un’azienda – la Ind.I.a spa – cresciuta negli anni, capace di aprire filiali in tutto il mondo e imporsi come multinazionale del settore.

La notizia da Schio ha raggiunto Malo, nella sede madre da dove l’attività produttiva si è espansa fino a divenire leader mondiale dei semilavorati aprendo stabilimenti in tutto il mondo, il primo in Spagna: tra gli incarichi più noti portati a termine la fornitura delle cancellate del Colosseo a Roma, un motivo d’orgoglio anche per il made in Veneto.

Gonzato era nato a Marano Vicentino e si è spento a 73 anni di età. Il manager vicentino in gioventù si era formato tra il Veneto – studi superiori all’Itis Rossi di Vicenza – e gli Stati Uniti, acquisendo competenze linguistiche fondamentali e una prima confidenza con i mercati internazionali, fattori decisivi che poi ha saputo mettere in campo per costruire la fortuna della sua azienda fondata nel 1971, espandendola in Sud e Nord America in particolare. Grazie alla tenacia e al brillante intuito, è riuscito a fondere la mentalità del Nord Est con la prospettiva internazionale dell’export, creando un impero industriale nel settore del ferro battuto.

Architetto per percorso di studi completati a Venezia, si sarebbe arreso senza avvisaglia alcuna di malessere a un probabile infarto. Lascia la moglie Stefania Buccio, conosciuta anche come artista pittrice affermata, sposata quasi 50 anni fa, e quattro figli adulti che ne hanno raccolto il testimone e prima ancora l’esempio. E lascia parimenti un vuoto profondo tra dipendenti e collaboratori. Appassionati di cucina e di arte, aveva anche scritto un libro con protagonista, manco a dirlo, l’arte artigianale del fabbro con il ferro come sfondo. La sua attività agli albori era partita da Monte di Malo per poi costruire investire sul futuro nel grande stabilimento odierno di Malo, sito in via Vicenza, mentre la famiglia si era nel frattempo stabilita nello scledense. La data dei funerali sarà resa nota in seguito.

Nel comparto di Confindustria, ma anche a Schio e Malo, si susseguono i messaggi di cordoglio e vicinanza alla famiglia Gonzato, i cui eredi portano avanti il progetto iniziato e innalzato fino ai massimi livelli dal fondatore. “E’ stato un grande imprenditore e amministratore d’azienda – commenta il sindaco di Malo Moreno Marsetti dopo aver saputo ieri della morte di Gonzato -. Perdiamo una persona che mi è sempre stata descritta come uomo disponibile e dal cuore grande, oltre che essere a capo di una delle aziende più importanti del nostro territorio che a Malo e nell’Altovicentino offre lavoro a molti cittadini”.

Nel 2005, a Milano, fu insignito di un prestigioso riconoscimento quale imprenditore dell’anno dalla Confindustria nazionale. “Malo per noi rimane il cuore della nostra azienda – aveva detto durante un’intervista televisiva di qualche anno fa -, se è vero che che abbiamo numeri da industria il nostro approccio alle lavorazioni del ferro è sempre rimasto quello del buon artigiano”. Una ricetta tra il nostalgico e l’innovativo aperto ad ogni prospettiva che ha dato i suoi frutti, acquisendo notorietà e incrementando il volume d’affari su scala mondiale, con esportazioni e sedi radicate in tutto il pianeta.

Gonzato (a destra nell’immagine di Confindustria) nel corso di un incontro con l’ambasciatore croato ospitato in azienda