Violenze in famiglia: arrestato un 38enne per maltrattamenti. Un calvario lungo 15 anni

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Quindici anni di maltrattamenti, venti denunce sporte ai carabinieri e poi ritirate dalla compagna, oggetto e insieme vittima di atti persecutori e violenze di ogni genere. Tra cui la rottura del naso e di un timpano fino a tentare di strangolarla. Solo ieri, però, un 38enne originario di Malo è stato raggiunto da un ordine di custodia cautelare sollecitato dai carabinieri di Schio e reso esecutivo dagli stessi militari. Per J. C., classe 1980, con un passato recente di riabilitazione da tossicodipendenza, i comportamenti ossessivi nei confronti della donna e madre di due figli minori sono giunti al culmine a inizio del 2019 e sono scattati ora gli arresti domiciliari (nella sua casa materna d’origine). Gli episodi si sono svolti nella dimora della coppia, in una località dell’Altovicentino.

A tutela dei minori coinvolti nella triste vicenda di cronaca, non vengono riportati per esteso nomi e dati sensibili, nè immagini dell’arrestato. La condotta aggressiva dell’uomo era nota da tempo alle forze dell’ordine, intervenute più volte a sostegno della moglie dell’autore dei soprusi. Sin dal 2004, anno di inizio della relazione e poi della vita di coppia, il soggetto aveva mostrato segni di instabilità arrivando a romperle il naso con un pugno al volto. In un’altra occasione l’indole violenta si era manifestata attraverso botte che le avevano danneggiato seriamente un timpano. In dieci anni, dal 2004 al 2014, i carabinieri avrebbero raccolto circa una ventina di denunce da parte della vittima dei maltrattamenti, tutte regolarmente ritirate in seguito a sistematiche riappacificazioni.

Nel 2017 il vicentino si era sottoposto ad un percorso terapeutico in una comunità vicino a Lecce e, al suo ritorno in Veneto, ancora una volta la compagna gli aveva concesso una chance di redimersi, accogliendolo in casa e confidando in un reale cambiamento. Un anno di calma apparente, la fase di tossicodipendenza superata, fino all’esacerbarsi dei rapporti a partire dalla primavera scorsa: nuove condotte aggressive, il lavoro lasciato, uno stato psicofisico di sofferenza e addirittura la moglie scacciata di casa dopo averla malmenata, lo scorso agosto, sotto gli occhi dei figli minori.

L’epilogo della convivenza lo scorso 4 gennaio, un mese fa, quando al rifiuto della moglie di concedersi a un rapporto intimo l’uomo avrebbe reagito con un colpo al volto, tentando poi di strangolare la donna. Da qui l’ultima denuncia, stavolta effettiva, dopo le cure ricevute in pronto soccorso a Santorso e le indagini dei carabinieri per consegnare al gip prove e motivazioni valide per intervenire al più presto. Di ieri l’emissione d’urgenza della misura restrittiva, nel frattempo a gennaio il maladense – fuori di sè – avrebbe continuato ad atterrire la donna intrufolandosi in casa in sua assenza, mettendo a soqquadro i locali e infine raggiungendola in un albergo dove si era rifugiata, grazie alla geolocalizzazione del telefono cellulare.

Un incubo dal quale le vittime dirette e indirette dei maltrattamenti sperano di risvegliarsi definitivamente al più presto, anche se il deterrente degli arresti domiciliari non vale come garanzia assoluta di sicurezza.