Operazione “Buen ritiro”, truffa da 500 mila euro attraverso prepensionamenti farlocchi

Guardia di Finanza

Una frode in piena regola nei confronti dello Stato costruita intorno ad un sistema articolato di prepensionamenti sospetti. Che il comando provinciale della guardia di finanza ritiene del tutto illegittimi, dopo le indagini condotte su ordine della Procura di Vicenza a braccetto con l’Ispettorato del Lavoro e l’Inps. Denominato operazione “Buen retiro” il blitz eseguito nei giorni scorsi dalle Fiamme Gialle, con un sequestro preventivo di 530 mila euro a tutela pubblica e undici lavoratori indagati, oltre all’azienda. Sotto esame una legatoria industriale attiva tra Marano Vicentino, Vicenza e il Trentino.

I finanzieri di Schio hanno posto sotto vincolo conti correnti, una villetta e una Jeep dopo il decreto di sequestro per equivalente emesso dal gip di Vicenza. Un provvedimento che mette il punto sulla prima fase di indagini, iniziate alcuni mesi fa, riguardo il prepensionamento di 11 persone (9 operai e due dirigenti). In pratica sarebbe stata aggirata la legge 62/2001 inserendo indebitamente propri dipendenti fra gli aventi diritto a particolari condizioni agevolate, previste per il settore dell’editoria-poligrafica. In particolare i due dirigenti sarebbero stati “demansionati”, solo formalmente, al fine di inserirli nel lotto degli agevolati. Una condotta in ipotesi fraudolenta, visto che svolgevano le normali mansioni precedenti e percepivano uno stipendio non congruo.

Inoltre, i finanzieri sospettano il trasferimento ingiustificato e fittizio dei lavoratori dallo stabilimento di Lavis (Trento) a quelli riconducibili alla stessa proprietà siti a Marano Vicentino e Vicenza. Sedi di aziende, quelle in territorio vicentino, in sofferenza e già oggetto di procedure di cassa integrazione straordinaria. Un’intricata serie di spostamenti sulla carta studiata per non far gravare sul’azienda i più ingenti costi di licenziamento o di incentivo all’esodo lavorativo.

Sia l’azienda che gli undici dipendenti, i quali avrebbero prestato il loro consenso secondo la nota della guardia di finanza, risultano indagati per truffa aggravata nei confronti dello Stato, al fine di conseguire illecitamente erogazioni pubbliche. La vicenda potrebbe assumere risvolti penali, toccherà al tribunale valutare eventuali sanzioni accessorie. Riguardo al sequestro, nel dettaglio risultano “congelati” sette diversi conti correnti, un fondo di investimento irlandese, un prodotto assicurativo, una Jeep Cherokee ed una villetta ubicata nel comune di Sanzeno (Tn), per un valore complessivo di 529,368 euro. Il tutto sarà definitivamente confiscato in caso di condanna.