Esplorare il Vicentino – La grotta della Poscola a Monte di Malo

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

La seconda grotta più importante dell’Altopiano del Faedo-Casaron, dopo il Buso della Rana, è la Grotta della Poscola.

È da qui che nasce l’omonimo torrente, ora tristemente noto per il caso di inquinamento da PFAS, che da Priabona scorre verso Castelgomberto per poi confluire nell’Agno nel comune di Montecchio Maggiore. La Grotta della Poscola si apre a Priabona, nei pressi della Pia Unione Stella Alpina, un convento di religiose che si trova a pochi passi dalla chiesa del paese.

Il ramo principale della grotta è facilmente visitabile e non presenta alcuna difficoltà di sorta. Per raggiungere l’ingresso si può chiedere il permesso entrando nella proprietà del convento oppure risalire direttamente il greto del torrente Poscola, che a seconda delle stagioni può presentarsi completamente secco o con una buona portata d’acqua.

Giunti all’ampio ingresso, si nota subito il tubo del vecchio acquedotto che segue la cavità fino alla sorgente del torrente. Attualmente la grotta ha uno sviluppo spaziale di 1212m, ma il ramo principale consta solo di qualche centinaio di metri ed ha pianta a ferro di cavallo. Le restanti parti della cavità sono i rami inferiori, alquanto angusti e visitabili solo in periodo di magra. Questi ultimi si sono formati in seguito a dei movimenti tettonici che hanno spostato le gallerie più profonde ad un livello più basso dell’ingresso; di conseguenza l’acqua ha allagato questi spazi continuando il suo processo di erosione.

Secondo degli studi idrogeologici, se non ci fossero stati questi movimenti di faglia, la grotta avrebbe potuto avere uno sviluppo analogo a quello del Buso della Rana, con una portata d’acqua simile.

Addentrandosi nella Grotta della Poscola si incontra subito un’ampia galleria ingombra di grandi massi tra i quali scorre il torrente cristallino. Si è accolti subito da uno spettacolo sul soffitto: una miriade di riflessi luminosi e di vari colori dove sembra quasi che la volta sia impreziosita di piccoli gioielli dorati e argentati. In realtà si tratta di goccioline d’acqua che contengono dei microrganismi i quali riflettono la luce con varie tonalità, fenomeno presente in molte altre grotte.

Seguendo il torrente sotterraneo si incontrano a seguire tre inghiottitoi, che possono presentarsi come un piccolo pertugio in secca o come un piccolo laghetto circolare nei periodi più piovosi. Sono gli accessi ai rami inferiori, caratterizzati da gallerie molto strette e in parte allagate, accessibili solo da speleologi esperti e speleosub.

Per la visita al ramo principale invece si piega verso sinistra sempre costeggiando il ruscello e il tubo del vecchio acquedotto. A circa metà via si trova sulla destra una saletta con una tozza colonna al centro e il secondo inghiottitoio in una fossetta sul pavimento. La grotta è popolata da una colonia di pipistrelli che durante il periodo invernale ibernano.

Proseguendo, il torrente Poscola si allarga in bei laghetti limpidi racchiusi tra pareti abbastanza concrezionate. In una svolta della galleria si trova la parte più spettacolare della grotta: il Salice Piangente. È una grande colata stalattitica che si stacca dalla roccia come un altorilievo e sembra la riproduzione perfetta di un albero vero, con le fronde pendule e il tronco che è una colonnina staccata dalla parete. Lo si osserva meglio al ritorno, trovandolo alla propria destra. Dopo il Salice si trovano il laghetto del terzo inghiottitoio il secondo ingresso della cavità, ben più piccolo del principale. Poco dopo il ramo principale termina.

Il ritorno è consigliabile farlo a ritroso lungo la via di andata.

Vicino la chiesa di Priabona è presente il Museo Paleontologico: aperto ogni prima domenica del mese, contiene molti reperti fossili trovati nelle vicine grotte della Poscola e del Buso della Rana, come denti di squalo, fossili di granchio, lupo, orso delle caverne e una giovane alce con feto. Visitandolo si ha modo di conoscere più a fondo la storia e le caratteristiche di questo territorio che racchiude dei monumenti naturali sotterranei.

Materiale informativo tratto da “Speleo per tutti”, pubblicazione di Sandro Sedran