Borseggiatore torna in paese nonostante il foglio di via. Denunciato un 26enne

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La sua presenza e peggio ancora l’eventuale permanenza nel territorio comunale di San Vito di Leguzzano, per dirla in maniera diplomatica, non era affatto gradita. Nonostante questo e soprattutto in barba a un ufficiale “foglio di via” che lo intimava a non varcarne i confini, un 26enne con precedenti ancora freschi di giustizia si è fatto beccare nel paese dell’Altovicentino nel corso di un controllo di polizia locale.

Guadagnandosi una nuova denuncia, automatica, che va ad aggiungersi a quella pendente che gli era valsa inoltre, appena tre mesi fa, la firma del sindaco al provvedimento di allontanamento. Dopo che il giovane – italiano, e domiciliato tra Schio e Torrebelvicino nel passato recente – era stato riconosciuto come autore di un furto ai danni di un artigiano.

A venire riconosciuto lunedì pomeriggio intorno alle 16 è stato A.I., nome peraltro noto in virtù dei precedenti in ambito delinquenziale, ma tutt’ora a piede libero. Qualche mese fa, grazie alle telecamere di videosorveglianza pubblica, fu riconosciuto come autore di un furto dal furgone di un vicentino al lavoro in via Roma proprio nel centro di San Vito di Leguzzano. Rubò un borsello contenente denaro ed effetti personali.

Grazie al lavoro sui filmati acquisiti dal comando di polizia locale “Alto Vicentino”, si arrivò a identificare il 26enne turritano e notificargli denuncia per furto e lo strumento del foglio di via, unico “potere nelle mani” garantito ai sindaci per decreto. In questa occasione il già denunciato non avrebbe commesso alcun reato in quel comune, ma ha violato il divieto categorico di metterci piede. Si trovava all’interno di un autocaravan, in via Kennedy, senza averne titolo. L’ancor giovane uomo risulta essere coinvolto in decine di indagini in merito a furti e scassinamenti assortiti negli ultimi cinque anni.

In considerazione di tutto ciò l’impenitente A.I. è stato immediatamente allontanato dal comune e deferito all’autorità giudiziaria, vale a dire in Procura della Repubblica a Vicenza, per l’inosservanza del divieto. La pena prevista per non aver “obbedito” al cartellino rosso estratto dal sindaco Umberto Poscoliero a nome della comunità sanvitese prevede – sulla carta almeno – l’arresto da 1 a 6 mesi.