Nuovo primario d’esperienza in Medicina Trasfusionale a Santorso: è la dottoressa Dragone

E’ un’esperta dottoressa campana di origine ma con in pratica tutta la propria carriera di medico portata avanti nel Vicentino la nuova guida dell’importante reparto Unità Operativa Complessa di Medicina Trasfusionale dell’Ulss 7 Pedemontana. È stata formalizzata infatti in questi giorni di agosto dal Direttore Generale Carlo Bramezza la nomina della dott.ssa Patrizia Dragone come nuovo direttore o, come rimane nel gergo comune, di primario del reparto.

Originaria della provincia di Salerno e residente a Vicenza, la dott.ssa Dragone si è laureata con lode in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Padova, dove ha conseguito anche la specializzazione in Ematologia Generale. Nel suo curriculum professionale una prima esperienza proprio nell’azienda ospedaliera patavina, per poi assumere incarichi via via sempre più di responsabilità tra il San Bortolo di Vicenza in due diverse fasi di vita (dal 1986 al 1993 e poi di nuovo dal 2011 al 2021) e il San Bassiano di Bassano del Grappa, dal 1993 al 2011.

IN realtà dallo scorso autunno del 2021 la donna medico era rientrata nei ranghi dell’Ulss 7 Pedemontana, chiamata a coordinare il reparto come facente funzione in attesa della nuova nomina ufficiale resa nota stamattina. Ora sarà lei a tutti gli effetti a dirigere il reparto punto di riferimento per tutta la provincia di Vicenza, coronando i 35 anni di carriera con un incarico di prestigio oltre che impegnativo.

Bramezza e Dragone”La Medicina Trasfusionale ha una funzione essenziale nell’organizzazione dei nostri ospedali – sottolinea Carlo Bramezza – e l’Ulss 7 Pedemontana svolge un ruolo di primo piano anche a livello provinciale, dal momento che ha sede all’ospedale di Santorso il centro unico di lavorazione delle sacche di sangue donate in tutta la provincia vicentina. Una struttura che la dott.ssa Dragone ha già avuto modo di ben coordinare e che sono certo sotto la sua guida continuerà a garantire i più elevati standard di efficienza e di sicurezza”.

Una struttura che in un anno lavora oltre 40 mila unità di sangue, ma che lavora su più fronti della sanità veneta: “Il rapporto con i donatori di sangue e la gestione della filiera delle sacche di sangue donate sono essenziali – sottolinea la dott.ssa Dragone -, ma naturalmente c’è anche tutta l’attività di supporto ai reparti, con la gestione delle richieste trasfusionali sia ordinarie che urgenti, verificandone l’appropriatezza e provvedendo all’assegnazione degli emocomponenti corretti per tipologia e quantità. E non manca un’attività di assistenza diretta ai pazienti per alcune specifiche procedure”.