Ulss 7, il focus sul piano tamponi ai dipendenti: “esiti incoraggianti”. E si pensa al futuro

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Il “piano tamponi” in via di completamento al personale medico dipendente e convenzionato dell’Ulss 7 tra oggi e domani, il ripristino dei reparti temporaneamente chiusi e il monitoraggio della strutture assistenziali per anziani. Sono questi i temi più importanti toccati oggi nella conferenza stampa tenuta dal commissario Bortolo Simoni, accompagnato dai dirigenti sanitari Sandro Pigato, Antonio Antico ed Edoardo Chiesa. Tanti i numeri diffusi e spiegati, tra cui spicca il dato del 98% dei medici di base “tamponati” negativi finora, a fronte di quattro casi circoscritti di positività.

Per quanto riguarda il personale sanitario direttamente dipendente dell’azienda, vale a dire medici, infermieri e ausiliari socio sanitari Oss, lo screening ha coinvolto finora poco oltre il 70% del totale, vale a dire 2.721 su 3.800 persone che lavorano nei tre ospedali di Asiago, Bassano e Santorso. Tra loro sono risultati positivi al tampone in 202 (7,42%). Da ricordare come il numero complessivo dei test risulti ben maggiore rispetto agli individui indagati, cioè 8.434 secondo l’ultimo aggiornamento: questo perchè vanno considerati i “tamponi multipli” previsti al termine della sorveglianza attiva e, dunque, prima delle riammissione al lavoro in corsia. La cadenza dei controlli? Ogni 10-15 giorni.

Per quanto riguarda il cosiddetto personale esterno “in convenzione”, si stanno raccogliendo i dati incrociati di tamponi e test rapidi di supporto che ricercano gli anticorpi al virus, così come nelle Rsa. “Il vantaggio di utilizzare i test di supporto ai tamponi – ha spiegato il dott. Antico, direttore del laboratorio analisi – consiste nel sondare in tempi ridotti una fetta di popolazione più ampia da esplorare. Da utilizzare con gli asintomatici, mentre per coloro che presentano sintomi di malattia il tampone è il solo strumento diagnostico previsto”. Sono disponibili gli esiti di 211 su 227 dei medici di base dell’Ulss 7 sottoposti agli accertamenti in merito al coronavirus. Quattro i contagi, vale a dire il 2,26%. Stessa condotta nei confronti di medici pediatri di libera scelta, del personale di continuità assistenziale e di medicina interna, dove si registrano fin qui due positività, ma prudenza consiglia un’analisi successiva visto il 50% di esiti da implementare. “I dati sono parziali – commenta Bortolo Simoni – ma comunque confortanti in attesa di fornire quelli definitivi. A seconda delle categorie viaggiamo su percentuali che vanno dal 95/96 fino al 100% di test incrociati con esito negativo”.

Il capitolo case di riposo ricalca quanto affermato lunedì nel corso del punto stampa della Regione Veneto dedicato alle Rsa. I dati relativi all’Ulss Pedemontana costituiscono “una mole di lavoro impressionate” secondo il commissario e portavoce, che ha portato a completare le analisi rapide dei test e i tamponi dove previsti per oltre 2.500 tra ospiti dei centri per anziani (828) e operatori sanitari (1.674). La classificazione proposta distingue in sei sezioni i risultati dell’indagine, cumulando operatori e ospiti delle 33 case di riposo prese in considerazione: la prima riguarda le strutture definite “pulite”, vale a dire senza alcun caso di contagio. Sono 8 nel territorio gestito dall’Ulss 7, in pratica un quarto del totale (24,2%). Nella seconda fascia – da 1 a 5% sul totale degli esaminati-  sono 14 (42,4%), nella terza 3 (da 6 a 10%), nella quarta 4 (da 11 a 20%), nella quinta uno (da 21% a 50%) e nella sesta e conclusiva, quella più critica dove si è registrato il numero più alto di contagi, sono 3 (da 50% in su). “Guardando alle prime due sezioni – spiega Simoni -, si può dire che due terzi delle strutture siano a basso contagio, al di sotto del 5%.

Annunciato un incontro in prefettura per predisporre una campagna di screening alle forze dell’ordine, rivolta al personale di polizia di Stato, guardia di finanza e carabinieri. In fase di pianificazione un censimento sugli agenti di polizia locale, con l’aiuto dei sindaci del territorio. Altre categorie che saranno soggette ad accertamenti saranno i farmacisti e le figure di dipendenti loro collegati, e i numerosi volontari che in questo periodo di emergenza sanitaria stanno assistendo in vari modi la cittadinanza, dai membri della Croce Rossa Italiana a quelli della Protezione civile passando per altre associazioni. Lo stesso varrà, nel futuro prossimo, in vista della riapertura dei centri diurni per persone con disabilità, dove collaboratori e utenti dovranno necessariamente essere sottoposti a controlli sanitari.

Dal 4 maggio, infine, si comincia a pensare anche per l’Ulss 7 a un progressivo piano di ritorno alla normalità nei servizi. “Sia chiaro a tutti e lo ribadisco di nuovo – conclude Simoni – che l’accesso agli ospedali non sarà più come prima. Misure di distanziamento sociale e l’uso obbligatorio dei di dispositivi di protezione personali saranno alla base del piano di riapertura dei reparti su cui stiamo ragionando, in attesa di conoscere nel dettaglio le linee guide regionali. Per quanto riguarda i poli di Santorso e di Asiago un piano di rientro ad esempio dell’oncologia e il ripristino delle attività chirurgiche è in fase di studio, ma sarà una ripresa graduale e progressiva, in particolare nell’ospedale Covid Alto Vicentino”.