Visita medica in ritardo, una paziente denuncia l’Ulss 7 Pedemontana

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Tenta invano di prenotare una visita di controllo presso l’Ulss 7 e, non ottenendola nei tempi previsti nonostante i solleciti telefonici, si reca dai carabinieri. Tanto esasperata quanto agguerrita per ottenere giustizia, Alessia Gamba – già consigliere comunale a Thiene per il Movimento 5 Stelle – ha presentato un esposto per il disservizio lamentato nei suoi confronti: sofferente di una patologia cronica da 31 anni, avrebbe dovuto sostenere un esame specialistico entro 30/40 giorni. Scaduto il termine, subito ha fatto tappa in caserma a Thiene per il nero su bianco. Raccontando il fatto sul profilo Facebook ed esprimendo il proprio disappunto: “Incompetenti, disorganizzati e arrampicatori di specchi” si legge in uno dei post tra le accuse rivolte ai dirigenti pubblici, dopo aver tracciato le fasi della tribolata vicenda che la vede come malcapitata protagonista.

Dopo la denuncia presentata al 41° giorno, il primo successivo alla scadenza – 3 novembre, a seguito del primo “squillo” datato 23 settembre -, è giunta l’attesa telefonata da parte di un’operatrice per fissare la visite ritardataria. Una novità che non placa affatto gli animi dell’ex consigliere comunale, che ha dimostrato di averla decisamente persa la pazienza: “Per la cronaca, alle 12.38 mi chiamano dal Cup di Santorso per fissare gli appuntamenti, quelli oggetto dell’esposto e altri due in attesa ma per i quali i termini non erano ancora scaduti (in un centro medico privato e convenzionato). Tutto questo mi fa imbufalire ancora di più. Allora l’unica maniera per far valere il proprio diritto alla salute è rivolgersi alle Forze dell’Ordine e alla stampa? Credo che non sia corretto esasperare in questo modo l’utenza”. Seguono altre considerazioni, che pongono interrogativi sull’efficienza del sistema di prenotazione, e l’invito ai dirigenti dell’Ulss 7 a leggere i molteplici post di commenti su situazioni analoghe occorse a decine di utenti del servizio sanitario.

Alessia Gamba specifica nel testo di convivere con una malattia cronica che necessita di visite periodiche necessarie per tenere sotto monitoraggio eventuali sintomi che si possono manifestare nel tempo. Nessun capriccio o ripicca quindi ma, a suo dire e confortata dal parere del medico di famiglia, solo una reale necessità alla base della sua “crociata” per ricevere risposte e segnalare un problema cronico quanto la patologia di cui soffre. “Quando un medico di base – spiega la donna con sarcasmo – ti dice che hai bisogno di una visita più ravvicinata non è perché ti stai divertendo o perché sei annoiata in poltrona e vuoi un diversivo”.

Di ieri la replica, attraverso una nota, della direzione Pedemontana. “La prestazione richiesta – spiega l’Ulss – consisteva in un controllo per una patologia cronica, non in una prima visita. Per questo motivo risulta al di fuori del sistema di prenotazione per classi di priorità B, D, e P. Tuttavia il medico di famiglia richiedente aveva indicato l’esecuzione a 30/40 giorni, certificando in tal senso l’elasticità dei tempi per l’effettuazione dei controlli. La signora si è recata dai carabinieri al 41° giorno, presentando denuncia e pubblicando contestualmente foto sui social, dopo un solo giorno lavorativo rispetto all’indicazione del medico curante”.

“Il tutto – continua la nota – in una situazione che a livello nazionale, come è noto, è di forte criticità per quanto riguarda la carenza del personale medico. Va da sé che in questo contesto vengono impiegate tutte le risorse e disponibilità in termini di specialisti e ore di attività, ma nonostante questo sforzo la priorità viene data a pazienti con prima visita o situazioni di gravità. Come sempre il buonsenso e la collaborazione reciproca tra azienda e cittadini sono fondamentali per il buon funzionamento del nostro sistema sanitario pubblico”.

Di stamattina, con un nuovo post in controreplica, l’ultima puntata. Gamba aggiunge: “Mi chiedono il buon senso. Affermano in buona sostanza che un malato cronico è un malato di serie B. Credono che per il semplice fatto che la patologia sia cronica non si possano avere variazioni preoccupanti della sintomatologia, che se l’utente resta muto e non rompe e si rassegna allora tutto va bene. Credono che non mi sia già capitato di attendere oltre i termini e di tacere. No. Mi è già capitato molte volte. Troppe. Ma rassegnarsi e andare in privato non è la risposta giusta“.