Avs-Acque Vicentine, processo di fusione fra scintille e polemiche. Lega sulle barricate

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Alla spicciolata, Consiglio comunale dopo Consiglio comunale, i Comuni del vicentino stanno approvando, non senza polemiche (a volte infuocate), la fusione fra i due gestori del servizio idrico integrato – Acque Vicentine e Alto Vicentino Servizi – nella nuova società ViAcqua. Dopo il via libera dell’esperto del Tribunale dato qualche settimana fa, siamo vicini al “giro di boa”.

Questa sera toccherà a Marano Vicentino, la prossima settimana a Schio, mentre la settimana scorsa hanno votato, fra gli altri, Thiene, Sarcedo e Zugliano. Tra i 69 Comuni che si dovranno esprimere, ad oggi sono 31 quelli i cui Consigli hanno già discusso il tema e tutti hanno votato a favore della fusione (in 18 casi all’unanimità). “Un passaggio che è molto più che una formalità: l’approvazione da parte dei Consigli comunali rappresenta infatti – sottolineano il presidente di Acque Vicentine Angelo Guzzo e quello di Avs Giovanni Cattelan – il momento più alto di partecipazione ed espressione del territorio su un processo che guarda prima di tutto al futuro della gestione di quel bene comune che è l’acqua. Con la fusione non solo seguiamo la strada indicata dalla normativa, ma rafforziamo l’impegno di garantire ai cittadini un servizio a loro vicino, in gestione ai Comuni e in grado di garantire qualità e sicurezza dell’acqua. Il lungo percorso di confronto e studio fatto in questi mesi ha avuto proprio questo valore: condividere gli obiettivi di un progetto che nasce dal territorio e che garantisce a tutti i Comuni, indipendentemente dalle loro dimensioni, la possibilità di partecipare ed essere rappresentati nei processi decisionali”.

“Siamo di fronte a un passaggio doveroso per legge ma anche necessario per affrontare le sfide che attendono il territorio sul fronte della gestione del patrimonio acqua – afferma Francesco Gonzo, sindaco di Isola Vicentina -. Come membro del Comitato di controllo del CdA di Avs ho potuto verificare con mano la qualità e l’attenzione con cui tutto il processo si è svolto, a garanzia dei Comuni di tutte le aree coinvolte. I voti favorevoli dei Consigli comunali sono la prova che questo progetto di fusione non solo è stato capito, ma è condiviso dagli enti locali e dai cittadini. Spiace solo dover constatare che non saremmo qui a parlarne ora se non fosse mancata qualche anno fa la lungimiranza di scelte coraggiose nella gestione delle società partecipate”.

“Questa decisione delinea una strategia lungimirante – spiega il sindaco di Arcugnano Paolo Pellizzari -. Agli amministratori viene chiesta una scelta di responsabilità che va oltre i confini e che punta a creare una società più forte, con maggiori sinergie e una più alta capacità di investire nel sistema idrico integrato. Una sinergia che traccia anche un modello di assoluta attenzione sia sulle acque scaricate che sul fronte dell’approvvigionamento”. “Di fronte al grande tema dell’acqua, bene fondamentale, servono grandi aggregazioni di bacino. Piccolo, in questo caso, non solo non è bello, ma è anche pericoloso” ha commentato il sindaco di Vicenza Achille Variati annunciando il via libera della giunta alla nascita della nuova società, operazione che entro metà ottobre sarà votata dal consiglio comunale del capoluogo.

“Quello che si sta consumando nei Consigli Comunali dell’Alto Vicentino – commenta invece Erik Umberto Pretto, segretario provinciale della Lega – non è per niente un ‘matrimonio alla pari’ tra i due attuali gestori, come è stato già definito, bensì una svendita di risorse idriche di proprietà dell’Alto Vicentino, che entreranno a far parte del capitale di una società che i Comuni di questo importante territorio non potranno più gestire, trovandosi in minoranza. Ci troviamo di fronte ad una chiara manovra politica di aggregazione voluta dal Pd ed in modo particolare da Variati che, in qualità di presidente della Provincia e sindaco di Vicenza, oggi detiene una concentrazione di potere che mai si era vista prima sul territorio provinciale. È chiaramente in atto un tentativo da parte del Pd di acquisire il controllo del territorio provinciale mediante le società partecipate che, con questo ritmo di espansione, diventeranno sempre meno controllabili dai sindaci e dai cittadini, prestando quindi il fianco a dinamiche politiche soprattutto nazionali, al di sopra delle nostre teste”.

Incandescente l’approvazione a Thiene, durante il consiglio comunale di giovedì scorso, con Attilio Schneck (Lega) che in un acceso intervento ha ribadito il suo no alla fusione, perché  “parte dal presupposto che consumi e ricavi di Acque Vicentine sono superiori a quelli di Avs. Acque Vicentine diventa quindi proprietaria di maggioranza della nuova società. Le risorse idriche sono il vero capitale della società Avs, che ha le risorse di rete da risorgive e da captazione in valle, ma che diventeranno proprietà di Vicenza che oggi ha solo l’ammungimento in falda. La vera risorsa è la capacità di produrre acqua, questo doveva essere il vero parametro per la fusione. I consigli comunali dei comuni dell’Alto Vicentino, facenti parte di Avs, stanno offrendo in un piatto d’argento la propria acqua a Vicenza”.

“Il problema vero è guardare le cose in prospettiva – sottolinea invece Sandro Maculan sindaco di Zugliano – perché nel 2026 tutti le società dovranno confluire in un unico ente per tutto il bacino del Bacchiglione. Arrivarci frammentati significherebbe ritrovarci ad avere un peso insignificante rispetto alla realtà padovana. Abbiamo preferito farci trovare preparati. Senza contare che se è vero che noi abbiamo la risorsa idrica e Vicenza ha i consumi, è altrettanto vero che gli investimenti sulla rete idrica del capoluogo si pagano molto più velocemente – dato il numero di allacci – rispetto a quelli fatti magari sulle nostre contrade di montagna, che servono qualche centinaio di utenze, come avvenuto anche recentemente”.