Bersani riempie il Fonato parlando di sanità, comuni e guerra (con un occhio alle regionali)
Accorpare i piccoli comuni perché abbiano almeno 15 mila abitanti, riescano a garantire servizi e investimenti e per ricostruire la fiducia dei giovani nella politica partendo dai principi scritti nella Costituzione.
E’ un Pier Luigi Bersani pragmatico e calato nel territorio quello che lunedì 9 dicembre ha riempito l’Auditorium Fonato di Thiene. Una platea non giovane e formata prevalentemente da ‘fedelissimi’, “ma non crediate che i giovani non ci siano o che non siano interessati alla politica, ci sono e seguono con fervore i temi che hanno a cuore”, dice. Un dibattito pubblico organizzato dal Circolo locale del Partito Democratico dal titolo “L’oggi e il domani del Veneto e dell’Italia“, durante il quale l’ex ministro e segretario dem, uscito e poi rientrato nel partito, ha presentato le sue idee insieme alla consigliera regionale Chiara Luisetto e all’assessore al Bilancio di Thiene Edoardo Zampese, sottolineando che lo spazio per rinascere come partito c’è eccome e che, partendo da obiettivi comuni e dalla Costituzione, l’intera coalizione di sinistra con all’interno giovani appassionati, si potrebbe compattare e dare filo da torcere alla destra.
I piccoli comuni e l’accorpamento necessario
Sui piccoli comuni Bersani ha dato il suo personale punto di vista, considerando i costi e gli impegni che le amministrazioni devono affrontare ogni giorno e che i soldi del Pnrr non bastano a risolvere. “Anzi, in alcuni casi ricevere tanti soldi per realizzare spazi e servizi che poi non possono essere completati, gestiti o mantenuti è più un problema che un’opportunità”.
Basti pensare a quanto successo nel Comune di Schio (non unico nel vicentino), dove l’amministrazione della sindaca Cristina Marigo ha dovuto rifiutare il contributo Pnrr per un asilo a Cà Trenta in quanto l’amministrazione comunale avrebbe dovuto metterci di tasca sua oltre 2 milioni di euro per realizzare l’opera.
E’ proprio questo il punto sottolineato Bersani: “Quando c’è un contributo importante, non si può pensare che quel contributo copra tutte le spese e che sia solo una risorsa. I Comuni devono mettere a bilancio come minimo un 20% di tasca propria per farlo funzionare, somma che deve rientrare nella spesa corrente”.
La complessità legata alla procedura degli appalti e la difficoltà dei piccoli comuni di avere personale formato e in misura adeguata per far fronte alle necessità burocratiche porta alla necessità di rivedere le norme differenziandole tra grandi e piccoli comuni oppure, alla scelta di accorpare i piccoli comuni stabilendo in 15 mila il minimo numero di abitanti.
Dello stesso avviso Chiara Luisetto, che sottolinea: “Il Piano di Riordino Territoriale della Regione va nella direzione di sostenere le fusioni e aggregare i piccoli comuni, ma nella pratica si continuano a prendere decisioni contrarie permettendo ad esempio il mercimonio di territori come è accaduto nello scambio di pezzi di terra tra Arsiero e Laghi. L’aggregazione va accompagnata, sostenuta e rafforzata non lasciando soli i Comuni, anche con azioni coerenti e politiche che dal Governo in giù non si ricordino degli enti locali solo quando è tempo di tagliare risorse come sta accadendo con questo bilancio”.
La sanità
“Privatizzare è una scelta”. Pier Luigi Bersani è contro l’utilizzo smodato della sanità privata nel contesto dei nostri giorni. Privato per avere visite più veloci, o privato convenzionato che sia, secondo l’esponente dem la scelta politica, regionale e nazionale, di far camminare sanità pubblica e privata sullo stesso binario è pericolosa e contro gli interessi del cittadino. “Una volta uscito dal tubetto il dentifricio si fatica a rimetterlo dentro”, ha sottolineato con ironia, usando una delle sue famose metafore, l’ex ministro. Dello stesso avviso la consigliera regionale Luisetto: “Privatizzare è una scelta, non è qualcosa che non viene compreso da chi governa. Questa direzione intrapresa a livello nazionale deve essere contrastata con forza dal centro sinistra. Oggi c’è la necessità di ricostruire la sanità territoriale, quella che va oltre i grandi hub ospedalieri, perché per i bisogni di prossimità, le risposte vicine ai cittadini sono ciò che più definisce un sistema davvero eccellente”.
La guerra
“Quando si parla di guerra oggi non ha più senso parlare di vittoria, l’unica cosa di cui si deve parlare è di cessate il fuoco“. Bersani sposta il discorso sul palcoscenico mondiale, sottolineando il suo pensiero e accompagnandolo a quello delle nuove generazioni, che non accettano più la parola ‘vittoria’ quando come tornaconto ci sono migliaia di morti e feriti che pagano lo scotto di guerre decise da leader che non sanno trovare altri modi per definire le loro posizioni.
Il futuro del Pd e della sinistra
Secondo Pier Luigi Bersani la sinistra può rialzare la testa e ricostruire una coalizione. “Si deve fare rete e puntare su pochi obiettivi condivisi da tutti, cercando allo stesso tempo di trovare punti di incontro sui concetti che distinguono le diverse correnti di pensiero”.
Le regionali in Veneto
E’ ancora troppo presto per fare nomi in vista delle prossime elezioni regionali in Veneto. Con l’uscita dal panorama politico regionale di Luca Zaia (a meno di colpi di scena difficilmente pronosticabili oggi) e le tensioni tra i vari partiti di centro destra che finiranno probabilmente per rubarsi voti uno con l’altro, per il Pd si apre uno scenario nuovo e incoraggiante, anche se difficile. “Non ci sono ancora nomi sul tavolo ma si sta lavorando, sta lavorando il segretario Andrea Martella in primis, per tenere unite tutte le forze del centro sinistra e non solo – spiega Luisetto – Vogliamo costruire quel campo largo che lo stesso Pier Luigi Bersani ha sottolineato essere necessario, partendo proprio da ciò che ci unisce e trovando punti di incontro su ciò che ci distingue”.