Profughi al monastero, agitazione in paese. La Diocesi: ‘Tutto ancora da valutare’

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La notizia è rimbalzata in paese per tutto il weekend, tra chi cercava conferme e chi avrebbe sperato in una comunicazione istituzionale: a Cogollo del Cengio sarebbero in arrivo 15 o 20 profughi che troverebbero ospitalità presso il monastero della Risurrezione a due passi dalla Chiesa dell’Olmo.

Notizie che al momento non trovano conferme dalla proprietà del complesso storico, la Diocesi di Padova che invece, nei giorni scorsi, conferma di aver convocato un tavolo  preliminare dove si è paventata questa possibilità senza però entrare nei dettagli di una decisione che arriverà sembrerebbe non prima di qualche settimana e che comunque verrà discussa previo un confronto allargato coi vari attori in campo, come da prassi in questi casi.

Ma tanto è bastato per agitare gli animi anche in considerazione di una struttura, quella del Monastero, lasciato vuoto dopo l’addio delle religiose che lo abitavano dal 2005 ormai più di due anni fa, in pieno centro storico di una comunità dove ancora si respira una dimensione di tranquillità senza troppi episodi turbolenti: un clima di preoccupazione alimentato dalla presenza da qualche tempo, di altri otto migranti ospiti di immobili messi a disposizione da privati. Persone che comunque, va precisato, al momento non avrebbero arrecato danno o disturbo.

E mentre dall’amministrazione comunale di Cogollo non ci sono stati, per ora, interventi o comunicazioni pubbliche, si attendono invece direttive dal Prefetto: del resto che per il Veneto, secondo quanto deciso dal Ministero degli Interni in un ottica di redistribuzione sul territorio nazionale, fossero state previste 4000 persone di cui poco meno di un migliaio nella sola provincia di Vicenza, era cosa nota già dall’inizio dell’estate, senza contare i numerosi incontri organizzati sul tema in Contrà Gazzolle da diversi mesi a questa parte. Un ultimo meeting aperto ai sindaci, il 13 luglio scorso, era stato convocato sempre dalla prefettura per coordinare l’accoglienza, valutandone soluzioni e criticità: un problema che non ha procedure da manuale, ma che va comunque affrontato trovando un necessario punto di equilibrio.