Ex Safond, levata di scudi da Ato Bacchiglione e Viacqua: “A rischio potabilità dell’acqua”


Se non è il “De profundis”, di certo è una tegola di quelle che lasciano il segno. Le notevoli perplessità di ATO Bacchiglione, consiglio di Bacino che sovrintende e controlla la gestione delle acque, Viacqua, oltre che della padovana Acegas Aps Amga, messe nero su bianco in un documento inviato alla Provincia di Vicenza, sono macigni quasi insormontabili che gravano su un progetto – quello del potenziamento del sito ex Safond Martini a Montecchio Precalcino – sempre più osteggiato.
In particolare, per ATO Bacchiglione, l’attività prevista dall’ipotesi progettuale non sarebbe compatibile con il quadro ambientale, in considerazione del prelevamento dell’acqua dall’acquedotto di Padova poco più di 1 chilometro a monte rispetto all’impianto ex Safond. Un sito, quello di Montecchio Precalcino, esposto ad una vulnerabilità elevata della falda freatica: i rifiuti e le sostanze pericolose di cui si prevede il trattamento, creerebbero di fatto un forte rischio. Non risulterebbe ad oggi possibile escludere a priori la presenza di contaminanti in grado di interessare le acque meteoriche di dilavamento dei piazzali e di transito dei veicoli che, stando agli elaborati di progetto, sarebbero smaltite mediante pozzi perdenti o batterie di drening. Punto ancor più dolente, la nuova perimetrazione delle aree di salvaguardia degli attingimenti idropotabili: secondo quanto riportato documentalmente “per un principio di precauzione e prudenza, essendo a conoscenza dell’individuazione di una delimitazione più ampia dell’area di salvaguardia dei pozzi idropotabili del gestore, si ritiene già di dover considerare tale area come se fosse vincolata, per evitare eventuali fenomeni di alterazione qualitativa e/o inquinamenti della falda a discapito del sistema acquedottistico dovuto alla presenza di attività pericolose”.
Non meno severa e circostanziata la posizione espressa da Viacqua, sulla possibilità di contaminazione delle acque meteoriche, ma anche sul prelevamento di acqua in
quantità industriali, richiesto da Silva Srl: “Lo scrivente – si legge ancora nelle memoria inviate a Palazzo Nievo – si riserva di fare le opportune valutazioni nel merito dell’istanza di rinnovo dopo aver acquisito i dati caratteristici relativi al nuovo prelievo. Così come alta è l’attenzione circa la situazione dei cittadini di Dueville, comune che non ha l’acquedotto: “Tutti gli abitanti nel territorio comunale – sottolinea Viacqua – si approvvigionano da pozzi
privati ad uso potabile, spesso poco profondi, e quindi maggiormente vulnerabili rispetto a
qualsiasi potenziale inquinante che intercetti la falda”.
L’assemblea pubblica di Montecchio e la raccolta firme. Raccogliendo l’invito della minoranza montecchiese “L’Astego per Montecchio” si è tenuta una nuova serata informativa, introdotta da due dei promotori del “Comitato tuteliamo la salute”, Paolo Mion e di Rossella Maccà e poi sviluppata nelle argomentazioni da Vincenzo Cordiano, presidente veneto di Isde – medici per l’ambiente e Lorenzo Altissimo, già direttore del Centro idrico di Novoledo. E’ stato proprio quest’ultimo, già ospite in altri appuntamenti voluti dal Comitato, a dare notizia degli importanti documenti pervenuti alla Provincia dai vari soggetti pubblici chiamati a tutelare l’approvvigionamento idrico. Una serata molto partecipata, sintomo dell’attenzione che la cittadinanza dimostra sempre più verso temi vicini alla quotidianità di ciascuno: si spiegano così anche le oltre 4500 firme raccolte nella petizione contro il progetto. La cui strada, appare oggi più che mai, tutta in salita.
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