Silva sotto assedio, i 5mila “no” in Regione da Bottacin. Cresce il fronte dei Comuni contrari


Sono oltre 5mila le firme consegnate oggi alla Regione Veneto contro il progetto dell’impianto di rifiuti pericolosi promosso da Silva Srl, controllata da Ecoeridania. Il comitato “Tuteliamo la Salute”, attivo ormai da molti mesi, ha infatti incontrato in mattinata l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin presso la sede della Protezione Civile di Marghera.
“Abbiamo portato le preoccupazioni di migliaia di persone. La Regione ci ha ascoltato, ma ora servono risposte concrete” le prime parole a caldo di Jacopo Graziani, portavoce del comitato.
Il confronto è stato definito costruttivo dai referenti Melissa Peruzzo, Rossella Maccà e Silvia Peruzzo, che hanno mostrato uno striscione con scritto: “L’ambiente e la salute non si calpestano”. E tra le denunce più gravi, vi sono le recenti immagini pubblicate anche da alcune testate che mostrerebbero fuoriuscite di acque potenzialmente contaminate dal sito T50, una zona sottoposta a strette prescrizioni provinciali. Parallelamente, il trasferimento di sabbie nere verso l’ex cava Barbieri solleva dubbi sulla reale inertizzazione dei materiali: “Non esistono garanzie sufficienti. Chiediamo controlli seri sulla falda e sul rispetto dei vincoli ambientali”, sostiene il Comitato. Un’attività di monitoraggio e denuncia continua quella del sodalizio nato per tutelare un territorio troppo fragile e prezioso per essere abbandonato ad un destino considerato “irrecuperabile e dannoso”.
Dei giorni scorsi infatti la richiesta formale al Comune di Montecchio Precalcino circa la mancata presentazione di report ambientali, monitoraggi acustici e sulla falda, e sull’integrità delle infrastrutture dell’impianto. La sensazione, secondo Graziani, è di una “mancanza di vigilanza istituzionale su un tema di salute pubblica”. Un progetto, quello di Silva, che non è solo una questione tecnica, ma un banco di prova per la tenuta democratica e ambientale del territorio vicentino. Con documentazioni video, testimonianze dirette ed un fronte istituzionale che via via si rafforza, mentre la cittadinanza organizzata sfida l’opacità e chiede risposte: “Se la salute viene dopo l’economia, allora è il modello che va cambiato”, afferma il Comitato, che promette nuove mobilitazioni e non esclude azioni legali.
L’opposizione dei Comuni: un fronte istituzionale sempre più compatto
Il fronte dei Comuni contrari al progetto Silva si è rafforzato nel corso di luglio. Dopo Creazzo e Dueville, anche i Comuni di Vicenza e Costabissara hanno approvato delibere contro l’impianto, invocando il principio di precauzione e la tutela delle risorse idriche.
Le delibere parlano di rischi inaccettabili per la falda acquifera, e sottolineano come la realizzazione del progetto sia “incompatibile con la vocazione ambientale del territorio”.
Il Consorzio ATO Bacchiglione ha convocato i sindaci di 134 Comuni per votare, entro il 24 luglio, l’adozione di zone di salvaguardia idrica che, se approvate, potrebbero ostacolare legalmente l’autorizzazione del progetto secondo il D.Lgs 152/06.
“Non è solo un tema ambientale: è democrazia territoriale” afferma il Comitato. Che nel frattempo ha indirizzato un appello anche al Capo dello Stato: “Abbiamo scritto a Mattarella perché la tutela della salute deve essere garantita da chi ci rappresenta – dichiarano i referenti di “Tuteliamo la Salute” – in Veneto non si può permettere che interessi privati prevalgano sul benessere collettivo”.
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