Pacchetto sospetto alle Poste: dentro un ordigno, probabile residuo di una rapina fallita

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Lo stabile che ospita gli uffici postali di Salcedo e lo sportello Atm dove è stato trovato il pacco

Probabilmente era tutto già pronto, ma qualcosa o qualcuno ha fatto “saltare” non l’ordigno ma il piano ordito dalla banda di criminali che si apprestava a sferrare l’assalto esplosivo allo sportello Postamat della filiale di Poste Italiane a Salcedo. Si presume nella notte tra domenica e lunedì. A rivelarlo, a distanza di tre giorni, è stato il contenuto di un pacchetto che potrebbe configurarsi coma una “marmotta“, una bomba a basso impatto, così definita in gergo negli ambienti di cronaca, destinata quasi sicuramente alla cassa automatica H24.

Una rapina mancata, a quanto sembra già assodato ma fermo restando che toccherà agli artificieri intervenuti ieri l’ultima parola in merito, sfumata forse per un malfunzionamento tecnico dell’ordigno artigianale oppure, come altra ipotesi, perché un imprevisto potrebbe aver interrotto l’azione criminale proprio “sul più bello”. Costringendo i malfattori alla fuga.

Di sicuro una situazione di pericolo reale senza che nessuno se ne rendesse conto ha investito il personale di Poste Italiane della piccola sede sulle colline a Salcedo. Visto che il “pacco”, un oggetto a forma di scatola, da un’analisi esterna superficiale tutto poteva sembrare meno che una bomba o qualcosa di analogo. Si pensava semmai a un oggetto smarrito da qualche utente, magari appoggiato e poi dimenticato, tanto che si presumeva che qualcuno sarebbe giunto a reclamarlo. Tanto da venire spostato e custodito all’interno degli uffici in via Roma dopo la “consegna” alla direttrice di filiale.

Dove è rimasto per tre giorni, fino alla prima mattina di ieri, mercoledì 22 giugno, quando intorno alle 9.30 è scattato l’allarme. Lei stessa ha notato della polvere scura fuoriuscire dal contenuto della scatola, insospettendosi e andando quindi a chiedere l’intervento dei Carabinieri giunti sul posto dalla stazione di Breganze. In pochi minuti si è avviato l’iter che ha portato alla chiamata da una squadra di esperti in ordigni di ogni derivazione, alla chiusura dell’area delle Poste, e infine all’informativa alla Procura di Vicenza per procedere alle fasi preliminari della possibile inchiesta.

Per ragioni si sicurezza la filiale è stata chiusa per la parte restante della giornata. Pare del tutto esclusa, viste le circostanze effettive e l’affinità di elementi comuni con i diffusi assalti agli sportelli bancomat che periodicamente avvengono a Vicenza e provincia, che si possa trattare di un progetto di attentato esplosivo o di un atto di “avvertimento” diretto nei confronti di qualcuno o dell’azienda Poste Italiane.