“A chi non mi ha votato dico: Valdagno non è perduta solo perché ha vinto Acerbi”

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La notizia è arrivata nella tarda notte di domenica scorsa, 9 giugno, dopo alcune ore vissute al cardiopalma in attesa della comunicazione dei dati ufficiali provenienti dai 29 seggi valdagnesi.
E mentre candidati e staff si riunivano nella sede di Corso Italia per assistere in diretta all’arrivo delle comunicazioni dai rappresentanti di lista dislocati per lo spoglio, Giancarlo Acerbi, forse un po’ per scaramanzia, preferiva attendere tra le mura di casa.

“Daniela, mia moglie, e i miei figli, Giovanni e Chiara, hanno scelto di stare con la mia squadra in comitato elettorale – racconta il primo cittadino a pochi giorni dal ballottaggio – Mi tenevano aggiornato a spizzichi e bocconi, facendo crescere inevitabilmente la tensione. I primi seggi arrivati non sono stati dei migliori. Poi i primi recuperi, qualche voto in più per noi, qualcuno in meno per il mio avversario. Per un’ora e mezza è stato ancora testa a testa fino a quei due ultimi seggi, quelli di Piana. Sapevamo che al primo turno non era andata benissimo e in ballo c’erano ancora tanti voti che potevano fare la differenza”.

“Sono stati minuti interminabili – prosegue Acerbi – anche da casa, poi un semplice messaggio della mia famiglia: ‘Vieni qui, hai vinto’. Non potevo crederci. Ho percorso quei pochi passi che mi separavano dal centro storico con un misto tra la leggerezza e l’euforia per aver superato anche questo scoglio e l’arrivo delle responsabilità che ora mi attendono. In testa avevo mille pensieri, dalle domande che mi sarebbero arrivate da ogni fronte, a chi già avrebbe voluto sapere la composizione della giunta”.

E mentre il rieletto Acerbi raggiungeva i suoi sostenitori, all’esterno del comitato elettorale c’era già esultanza allo stato puro. C’era chi lanciava un grido liberatorio, chi pianti di gioia e chi, invece, rimaneva con il volto a fissare lo schermo del pc, ancora non del tutto convinto di quello che era successo.

Dire che contano le persone non è stato solo uno slogan – prosegue il neo sindaco – ma è stata la marcia in più alla nostra campagna. Non è stato facile, dovevamo ribaltare un pesante voto andato agli avversari solo due settimane prima, dovevamo resistere agli effetti dovuti agli arrivi di parlamentari e ministri, dai due passaggi del Governatore Zaia e a quello di Matteo Salvini. Noi abbiamo scelto di restare in strada, di andare porta a porta, soprattutto nelle periferie, dove il voto del 26 maggio ci aveva penalizzati. Abbiamo così avuto modo di raccontare anche quello che non sempre arriva alle orecchie di tutti i cittadini. Con me avevo idee e progetti, e dove possibile anche i documenti che confermavano le richieste di fondi già avviate. Le persone hanno capito che le nostre non erano promesse elettorali campate in aria”.

“A urne chiuse – aggiunge – e a risultato ottenuto posso dire che vado fiero del lavoro fatto, nei tempi e nei modi, con la massima trasparenza e nel rispetto delle regole. Le critiche e gli attacchi ricevuti, a volte anche troppo sopra le righe (ma si sa, in queste occasioni a volte e in entrambe le parti qualcuno può esagerare), mi servono però più degli apprezzamenti. Da questa settimana sono tornato ad essere, infatti, il sindaco di tutti i cittadini, di chi mi ha votato e di chi non lo ha fatto. A questi ultimi, in particolare, dovrò dedicare il mio impegno per convincerli che Valdagno non è una città perduta solo perché ha vinto Acerbi, ma è e può essere una città in cui la democrazia, il rispetto, l’accoglienza e la tutela dei diritti di tutti sono principi cardine dell’operato amministrativo”.

“Alla squadra che mi accompagnerà nei prossimi cinque anni ci sto pensando, ma non voglio affrettare le scelte. Abbiamo sostenitori, amici, cittadini, candidate e candidati, tutte persone valide che si sono spesi al massimo mettendo il proprio vissuto in questo impegno per la nostra città. Il voto del 26 maggio ha dato un risultato già di per sé molto importante: il prossimo consiglio comunale vedrà l’ingresso non solo di persone di grande competenza, ma anche di volti nuovi e di una bella ventata di gioventù. E sarà importante poter lavorare con l’opposizione mettendo da parte colori e bandiere, sempre e solo per il bene di Valdagno”.

Durante la notte e i giorni successivi non sono mancate poi centinaia di chiamate e messaggi al rieletto sindaco con gli apprezzamenti da molte parti d’Italia.
“Inutile dire che gli abbracci più importanti sono stati quelli di mia moglie Daniela e dei miei figli, e poi, la chiamata di mia mamma. Tra le tante attestazioni che ho ricevuto tengo in modo particolare a quella del ministro Erika Stefani che già domenica sera mi ha salutato di persona, poi Riccardo Illy, un amico e un imprenditore che a Valdagno ha avuto modo di raccontare la propria esperienza e infine il messaggio del mio illustre professore di musica Bepi De Marzi, un autore e artista che stimo molto e che ospiteremo prestissimo in città”.

Come primo atto del suo nuovo mandato, Acerbi ha voluto fare visita ai pazienti dell’ospedale e allo staff dei vari reparti. “Il San Lorenzo è e rimane un servizio imprescindibile per l’intera vallata. Ricevere e ricambiare sorrisi e strette di mano da parte di persone ammalate e fragili ha consolidato, anzi aumentato la mia voglia di continuare a fare il sindaco così: in mezzo alla gente, mettendoci la faccia, sempre, anche a costo di prendermi le critiche. Io ho bisogno dei miei concittadini!”.