Mirko Cocco terzo in Turchia al Cappadocia Ultra Trail. Il suo racconto

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
MirkO Cocco all'arrivo del Cappadocia Ultra Trail

Si chiama Mirko Cocco uno dei più promettenti giovani della corsa in montagna italiana. Il 19enne di Castelgomberto, studente all’università di Padova alla facoltà di Tecnologie Forestali e Ambientali, corre per il Tornado Trail Team, e ha già partecipato a manifestazioni internazionali di trail. Ultima in ordine di tempo il Cappadocia Ultra Trail, gara che appartiene al circuito mondiale Ultra Trail World Tour e si è corsa lo scorso weekend in Turchia, sull’altopiano della Cappadocia.
Mirko si è classificato terzo nella gara da 60 chilometri, battendo atleti provenienti da tutto il mondo e incamerando preziosa esperienza per il futuro.

Ci ha raccontato il suo grande risultato, che pubblichiamo integralmente.

“Cappadocia Ultra Trail, 1600 partecipanti, tre distanze: 110, 60 o 30 chilometri. Una gara immersa in un paesaggio assolutamente unico, arido, con numerose formazioni rocciose di tufo. Ci sono tantissime guglie, pinnacoli, dune rocciose, piccoli canyon e pareti di roccia rossa e rosa. La Cappadocia è un altopiano in Turchia, situato sopra i 1000m slm e d’estate splende sempre il sole. Sono partito piano con calma. Lì è impossibile tenere la testa bassa, ci si continua a guardare intorno per la bellezza e la varietà del paesaggio. La partenza era situata nella città di Urgup. Ci si addentra subito per le vie del piccolo centro tra le case scavate nella roccia, poi tra le piccole valli dominate dalle tipiche formazioni rocciose della zona. Alla mattina presto si notano anche fino a 150 mongolfiere in alto nel cielo essendo questa una zona molto adatta al volo con quel mezzo.
Si passa poi per i paesi di Ibrahimpasa e Uchisar dove c’è qualche bel giardino fiorito. Da qui in poi è tutto un susseguirsi di strette valli rocciose e canyon, come la Zemy Valley, la Pigeon Valley, la Red Valley e la Rose Valley. Si passa anche per il noto centro di Goreme, sito Unesco patrimonio dell’umanità, con i caratteristici camini delle fate. Io con la mia calma correvo e mi guardavo intorno ed è stato veramente bello scoprire posti nuovi e conoscere nuove persone correndoci insieme per qualche tempo. Pensavo di essere indietro nella classifica, ma quando sono arrivato al ristoro del 45° chilometro mentre mangiavo ho chiesto al mio presidente che mi assisteva come ero messo e sentendomi rispondere che ero terzo ho esclamato:”Cosa?!!”, da lì allora ho cominciato a sognare e ad aumentare il ritmo per non farmi prendere. Mancava una salita e un altipiano. Nel mentre hanno iniziato a manifestarsi un po’ di crampi e speravo che le mie gambe tenessero. Ho corso con la fatidica ansia di essere ripreso. Gli ultimi km sotto il sole sono stati interminabili, mi pareva di correre pianissimo e di non arrivare mai. A un certo punto mi sono ritrovato sopra il paese di Urgup poco prima dell’arrivo. Sapevo che mancava poco e quando ho superato il traguardo non riuscivo a crederci ancora. Ho finito la gara in 5h 47′, terzo. Contentissimo. Non avrei mai pensato di riuscire ad arrivare così bene”.