Operaio siciliano ingaggiato per i lavori della Spv vittima di malore. Aveva 47 anni

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L'ambulanza del Suem 118 (Immagine di archivio)

Ancora un lutto da piangere tra i cantieri della Superstrada Pedemontana Veneta, anche se stavolta non c’è alcun riferimento a “morti bianche” sul posto di lavoro. Lo scorso week end un probabile quanto improvviso malore nel sonno ha sorpreso un operaio siciliano di 47 anni, Salvadore Giovanni Spera il suo nome completo, mentre riposava in uno degli alloggi riservati ai dipendenti del villaggio Sis, sul confine tra Cornedo Vicentino e Brogliano, in via Oltre Agno.

Ad accorgesi della tragedia capitata nella notte alcuni colleghi di lavoro, che all’indomani non hanno visto il collaboratore e amico scendere uscire dalla sua camera per la colazione e lo hanno cercato nella stanza dove dormiva, trovando il corpo senza vita.

A nulla è valsa la corsa contro il tempo dopo l’allarme lanciato nel corso della domenica mattina più dolorosa, con un’ambulanza partita dall’ospedale San Lorenzo di Valdagno in direzione Oltre Agno, dove il personale sanitario del Suem 118 non ha potuto che constatare il decesso dell’uomo. Già da mesi il 47enne si era trasferito in Veneto come tanti altri conterranei dopo essere stato ingaggiato da una ditta in subappalto dei lavori in corso sul tratto vicentino della Pedemontana Veneta, facendo la spola con la sua terra siciliana quando gli era concesso, per abbracciare la moglie e i tre figli, due adolescenti e una bimba in tenera età.

Con i colleghi del cantiere condivideva le serate e le domeniche all’interno e nelle vicinanze dei prefabbricati installati appositamente per ospitare tecnici e operai, proprio dove sta sorgendo in questi giorni il casello di Brogliano, una nuova “porta” sull’area a nord-ovest della provincia. Sono circa 200 i residenti provvisori della struttura che sarà smantellata entro un anno, tutti al lavoro sulla grande arteria che collegherà per 94 chilometri da Ovest a Est le province di Vicenza e Treviso: dallo svincolo dell’A4 a Montecchio Maggiore fino a Spresiano.

Dalle informazioni raccolte sul posto si è ricostruito che Spera non aveva dimostrato alcuna avvisaglia di malesseri di natura fisica. Aveva terminato come di consueto il turno di lavoro del sabato per poi ritirarsi nel suo alloggio. Nulla di anomalo, quindi, almeno fino al giorno dopo, quando era atteso dai suoi colleghi e coinquilini per trascorrere insieme la giornata festiva di riposo.

L’ancor giovane papà palermitano viveva a Belmonte Mezzano. Lascia tre figli e la moglie in un dolore indescrivibile, dopo tanti sacrifici lontano proprio dagli affetti più cari. Non ci sarebbero dubbi sulla morta naturale, causata da un infarto come prima ipotesi, dopo un sopralluogo dei carabinieri della compagnia di Valdagno e la segnalazione in Procura, che non ha ritenuto di disporre l’autopsia. La data dei funerali non è ancora stata fissata, la salma raggiungerà l’isola del meridione nei prossimi giorni.