Addio a “Grifo”, alpino maestro di sci, voce allegra ed ex gestore dei rifugi recoaresi

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
L'immagine di "Piero" scelta dalla famiglia per l'annuncio della morte

E’ un lutto che spezza la voce quello che ha colpito Recoaro e la sua gente in questi giorni, in attesa che domani mattina si celebri il rito di solenne saluto di Giampiero Griffani, uno dei pilastri delle Piccole Dolomiti. Purtroppo “Grifo”, o “Lupo” o più semplicemente Giampi o Piero tra i suoi nomignoli, si è spento cinque giorni fa all’ospedale San Bortolo di Vicenza. A soli 63 anni. Aveva contratto il Covid nelle scorse settimane, travolto dalle complicazioni alle vie respiratorie che l’infezione implica nella sua forma più aggressiva. A salutarlo idealmente saranno le montagne di casa, le Prealpi vicentine, ma anche le Dolomiti e le Alpi della Valle d’Aosta, le “tre vette” che ha incontrato in diverse fasi della sua vita.

Sono davvero pochi coloro che non lo conoscevano nella città termale, tra i frequentatori storici di Recoaro Mille e in generale delle piste invernali dei tempi migliori vissuti dalla Conca di Smeraldo. Maestro di sci, imprenditore come gestore di rifugi, ex militare Alpino e da tanti apprezzato per la sua abilità alla chitarra in accompagnamento al talento per il canto, da voce allegra e d’oro. “Giampi è andato a sciare da un’altra parte“, si legge nell’epigrafe.

A piangerlo insieme alla moglie Daniela e ai figli Thomas e Nicolas si è aggiunta di giorno in giorno una moltitudine di persone. E non solo nell’area intorno alla Vallata dell’Agno. Anche da Falcade nel Bellunese, dove ha insegnato nelle ultime stagioni tenendo inoltre in gestione un’attività di ristorazione dopo la triste chiusura degli impianti di “casa sua”, e dalla Valle d’Aosta, da La Thuile (Aosta) in particolare, ai piedi della figura imponente Monte Bianco. Luogo a lui molto caro, da appassionato viscerale del fascino della neve e dei monti come era Giampiero. E dove ha trascorso tra lavoro, sogni e musica “quel limitare di gioventù”, gli anni ’70 e ’80, prima di fare ritorno a Recoaro nel 1990, anche al “Mille”. Qui ha costruito la sua famiglia, e sempre qui verrà salutato dalla comunità martedì mattina alle 10.30, nella chiesa del centro paese, nel rispetto delle regole anti contagio.

A condividere il lutto anche l’associazione dei maestri di sci del Veneto, che l’ha ricordato con un messaggio d’affetto e di partecipazione al lutto dei congiunti, e decine di persone attraverso aneddoti e condivisioni sulle pagine social del 63enne dagli occhi tanto azzurri quanto buoni, come ha ricordato qualcuno. Da poco più che adolescente aveva lasciato il Vicentino per frequentare la scuola militare alpina, intraprendendo la carriera nel corpo fino al grado di sergente maggiore. Poi ha scelto di vivere la montagna e insieme di farne fonte di sostentamento oltre che d’amore, insieme alla compagna Daniela che ne condiviso i progetti che si sono susseguiti nel tempo. Fino a quando, mercoledì scorso, dall’ospedale di Vicenza è giunta una di quelle telefonate che nessuna famiglia vorrebbe mai ricevere.