Medici di base, 3 su 4 in pensione a Recoaro. Possamai: “Serve indennità aggiuntiva”

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Tre quarti dei del “contingente” locale dei medici di famiglia sono prossimi alla pensione, e tra un mese e mezzo gli utenti recoaresi rischiano di trovarsi di fronte a situazioni di forte disagio. A denunciarlo è Giacomo Possamai, esponente del Partito Democratico vicentino fresco di elezione in Regione Veneto come consigliere e capogruppo.

Un’emergenza ormai vicina a concretizzarsi, visto che il mandato dei dottori di base si concluderà il 31 dicembre, fra poco più di un mese, quindi, lasciato tre caselle vacanti che rimarranno tali o saranno affidati ad altri medici in convenzione sotto contratto con l’Ulss 8. Con ogni probabilità in “modalità provvisoria”.

“Tre dei quattro medici di famiglia di Recoaro Terme andranno in pensione il 31 dicembre e non sappiamo ancora quando e da chi saranno sostituiti. Una situazione che rischia di essere particolarmente pesante in un territorio montano, con una popolazione anziana e nel pieno di una pandemia”. A lanciare l’allarme è lo stesso Possamai, auspicando un intervento rapido da parte di Ulss 8 Berica e Regione. “Non possiamo permettere che grossa parte di una comunità resti priva di un servizio fondamentale, a maggior ragione in questo periodo”.

Un problema d’attualità che trova il suo esempio simbolico nella città termale ma che ha radici più profonde nel sistema sanitario territoriale, e che riguarda soprattutto molteplici aree del Veneto. “L’emergenza è in realtà diventata strutturale – continua il consigliore regionale -, vista la carenza cronica di medici di base destinata a crescere nei prossimi anni, considerata l’età media. È indispensabile finanziare ulteriormente le borse di studio per i medici di medicina generale, aumentandone il numero: le 118 previste in Veneto per il triennio 2019-2022 non bastano, senza contare che negli anni precedenti le borse finanziate erano state solamente solamente 50 per il 2017-2020 e 60 per il 2018-2021. La pandemia ci ha dimostrato ulteriormente quanto sia fondamentale la medicina di territorio e la sua funzione di presidio: i pesanti errori di programmazione del passato stanno gravando sempre di più sulle spalle dei medici e dei pazienti.

Poi una proposta per incentivare il trasferimento di professionisti della medicina in aree particolari, come quella di Recoaro Terme. “C’è poi un altro tema che non può più essere eluso: quello dell’indennità aggiuntiva per chi presta servizio in territori periferici. È evidente che lavorare in una grande città, o comunque in un centro urbano, e in un piccolo comune di montagna non è la stessa cosa. Buona parte del territorio vicentino si trova in quest’ultima situazione, dall’Altopiano di Asiago alla Val Brenta, dalla Val d’Astico a parte della Valle dell’Agno. Dare un riconoscimento a chi sceglie di operare in queste aree, con tutto quello che comporta, crediamo sia doveroso. Anche perché uno dei primi motivi di spopolamento dei territori montani è proprio legato alla mancanza dei servizi essenziali, a partire dai presidi sanitari: se vogliamo invertire la tendenza, serve un intervento urgente anche su questo fronte”.