Panchina “spianata” da un gruppo di adolescenti per gioco. E’ un atto vandalico

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La panchina danneggiata

Hanno scambiato la panchina di un parco pubblico, vale a dire di tutti, per il divano di casa di cui poter disporre liberamente, prendendosi la libertà di danneggiarla per sdraiarsi bellamente. La baldanza di un gruppo di adolescenti scledensi, a zonzo per la città sabato sera scorsa intorno alle 20.50, non passerà impunita, grazie agli agenti del consorzio Altovicentino, alle telecamere che hanno ripreso le targhe dei ciclomotori di alcuni e all’efficienza di alcuni cittadini, solerti a segnalare subito il fatto al sindaco Valter Orsi e, a sua volta, alle forze di polizia locale.

Ora rimane da capire, o meglio da conoscere, quale sarà l’entità della “tirata d’orecchi” che genitori ma anche polizia locale riserverà loro, in base proprio a come si porranno di fronte all’atto di vandalismo perpetrato nel quartiere Magrè, all’interno del parco “Inclusivo”.

Si tratta del vasto spazio verde ancora non del tutto completato ma di fatto accessibile dall’estate del 2019, a portata di tutti, costato 400 mila euro a suo tempo e apprezzato in tutto il Veneto per le attrezzatura a misura di persone con disabilità. Anche se manca ancora uno stralcio per procedere all’inaugurazione. L’ultimo posto, insomma, dove andare a mettere in scena bravate come quella di “spianare” lo schienale di una panchina pubblica in legno, rendendola in pratica un tavolo.

I giovanissimi protagonisti dell’episodio risulterebbero ancora ignoti, al momento, e sarebbero tutti minorenni a giudicare dai mezzi di trasporto utilizzati per raggiungere la zona di via San Pio X dove sorge il parco. Non sarà impresa ardua, però, per gli agenti di polizia locale, risalire ai loro nominativi targhe dei ciclomotori già in mano, identificando ciascuno degli otto presenti sabato sera, metà dei quali avrebbero in solido provveduto a rompere i supporti dello schienale e completare l’atto vandalico.

Si attende, da parte loro, un’ammissione di responsabilità, in modo “da alleggerire la propria posizione” come specificato in un comunicato del comando di Schio a firma del comandante Giovanni Scarpellini. Una simbolica mano viene tesa loro, insomma, al fine di rimediare il “torto” fatto alla propria comunità senza incorrere in conseguenze sul piano della giustizia. Se il danno dal punto di vista pratico e monetario è di poco conto, sul piano del senso civico e del rispetto del bene pubblico, invece, atti come questi suscitano la riprovazione da parte non solo dei frequentatori del parco, ma di tutta la comunità.