Truffa sui rilevatori del gas: indagati tre giovani bresciani per il raggiro ad anziani

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Tre giovani presunti truffatori di età compresa tra i 22 e i 25 anni risultano nel registro degli indagati della Procura di Vicenza dopo la denuncia presentata da quattro famiglie di Recoaro Terme, “beffate” dall’eloquenza dei giovanotti senza scrupoli che hanno indotto dei pensionati ad acquistare della merce, di fatto “strapagandola”. Si trattava di rilevatori di fughe di gas, in commercio normalmente a 30/40 euro di costo per questo tipo di modelli.

Il tutto con l’inganno, approfittando di ingenuità e disinformazione degli interlocutori, oggi considerati vittime di una truffa nel campo del riscaldamento privato. I carabinieri della compagnia di Valdagno, dopo aver accolto e formalizzato le doglianze dei cittadini gabbati, sono risaliti all’operato di tre bresciani che agivano in solido e che saranno giudicati una volta conclude le indagini a loro carico.

I fatti recenti risalgono allo scorso mede di dicembre, quando i tre soggetti ora indagati si sono qualificati come venditori di apparecchiature di alta tecnologia e soprattutto come spacciandole come indispensabili, contattando telefonicamente almeno quattro anziani accuratamente selezionati e tutti residenti a Recoaro. Non si esclude che altre persone della zona siano stati interpellati, rifiutando l’offerta. Per convincerli ad acquistare un accessorio loro proposto adducevano un falso obbligo di legge di dotarsi dei sensori di eventuali fughe di gas, collegati alla caldaia di casa. Strumenti effettivamente in commercio e considerati utili per la prevenzione, ma di certo non vincolanti e la cui installazione rimane ad oggi del tutto facoltativa.

Uno dei tanti modelli in commercio di sensori che rilevano il gas metano (immagine dal web)

Inoltre, la banda di giovanotti con il fiuto a quanto pare per i loschi affari, dopo aver convinto il pensionato di turno all’acquisto del materiale proposto procedeva alla vendita al prezzo di 290 euro, anche dieci volte superiore al reale valore di mercato degli strumenti. Un altro fattore importante, questo sopracitato, da tenere in considerazione e che farà parte del fascicolo di prove e rilievi raccolti dai militari valdagnesi. Un articolato dispaccio di documentazione da consegnare ai giudici territorialmente competenti a Vicenza che valuteranno l’accaduto e la conformità dell’ipotesi di truffa avanzata dai carabinieri della vallata dell’Agno. Intanto le quattro vittime del raggiro hanno fatto denuncia e nel contempo fatto richiesta di un risarcimento che, per essere ottenuto a pieno titolo, dovrà affrontare una lunga trafila giudiziaria.