Autonomia, Brazzale: “Presi in giro due milioni di veneti”. Botta e risposta con Pretto

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L'avvocato Roberto Brazzale

Volano gli stracci fra chi ha promosso nel vicentino il “Si” al referendum sull’autonomia dello scorso anno. A dare fuoco alle polveri, in concomitanza con la calendarizzazione, da parte del governo, della road map per arrivare all’accordo fra Stato e le tre Regioni che l’hanno richiesta, è Roberto Brazzale, istrionico imprenditore di Zanè che su quel referendum c’ha messo la faccia, partecipando a moltissimi incontri pubblici organizzati dal Comitato per il Si, promossi dalla Lega. Fra ieri sera e stamattina Brazzale è andato giù duro contro i parlamentari leghisti veneti in un post su Facebook che parlava di presa in giro di due milioni e mezzo di veneti favorevoli all’autonomia.

Ieri infatti è stata una giornata importante per il percorso verso l’autonomia, almeno a parole: il Governo ha condiviso la relazione del ministro vicentino Erika Stefani, definendo una road map per i prossimi mesi che prevede la conclusione dell’istruttoria entro il 15 gennaio e definizione della proposta da sottoporre ai presidenti delle regioni entro il 15 febbraio. Il Governatore Zaia è convinto che con «un paio di mesi di lavoro sodo delle delegazioni trattanti e il risultato finalmente arriverà» e che il Veneto sia stato «apripista di un processo che cambierà la storia e l’assetto istituzionale della Repubblica».

Per Brazzale però si tratta di un rinvio «alle calende greche di ogni decisione in materia di autonomia differenziata ed affossarla». «Il comunicato stampa del governo Salvini-Di Maio è scandaloso – scrive Brazzale in un altro post su Facebook -: “Delineare il percorso” “acquisire le intese” “conclusione della fase istruttoria per definizione della proposta da sottoporre”, non esiste altro modo più vergognoso per prendere in giro due milioni e mezzo di elettori veneti».

L’imprenditore non ha mai nascosto le sue simpatie indipendentiste ma allo stesso tempo aveva fortemente appoggiato il referendum di più di un anno fa. Stamane su Facebook ha pubblicato l’elenco dei parlamentari veneti della Lega «che stanno sostenendo con il loro voto un governo che tradisce il Veneto che nega l’Autonomia Differenziata richiesta da oltre due milioni di elettori veneti il 22 ottobre 2017. Chiediamo un chiarimento del loro comportamento rispetto alla volontà dei loro elettori».

Tempo zero e già il deputato di Marano Erik Pretto (uno di quelli della “lista”) direttamente su Facebook lo apostrofava con un «come ti permetti di accostare il mio nome al termine traditore?», accusandolo poi di fare «fantapolitica».

Il post nella priva versione era ancora più duro e poco dopo è stato lo stesso Brazzale, sempre sui social, a ribadire la sua posizione ma con toni più soft. «Se non ci mettiamo in moto ora, pubblicamente, contestando i nostri eletti di fronte ad un attacco palese contro la volontà popolare e contro l’unico progetto sensato per salvare le popolazioni italiche dalla deriva quartomondista, quando mai potremo dire di assolvere alla nostra responsabilità di cittadini?» e spiegando che la pubblicazione della lista aveva l’obiettivo di stimolare i parlamentari stessi «ad aprire un dibattito critico», sottolineando il suo impegno a fare «tutto quello che sarà utile per assolvere alla mia personale responsabilità» e invitando altri a fare altrettanto.

A stretto giro di posta arriva poi il comunicato ufficiale di Pretto. “Farmi dare del traditore in quanto leghista? Io non ci sto!”. Pretto parla di «esternazioni superficiali». «La politica che quotidianamente ci impegniamo a fare – sottolinea Pretto – è una cosa seria, e va conosciuta nelle sue procedure, nelle sue prassi, nelle sue tempistiche, talvolta anche nelle sue liturgie affinché possa portare a risultati concreti».

«La Lega e i suoi rappresentanti istituzionali, i suoi amministratori e i suoi segretari di ogni ordine e grado, insieme ai tantissimi militanti e sostenitori – spiega l’onorevole maranese –  si è battuta più di tutti per la vittoria del Sì al Referendum del 22 ottobre 2017, con l’unico obiettivo di costruire finalmente un percorso serio nei fatti, più che nelle parole, che consenta ai Veneti di ottenere quanto per decenni hanno potuto soltanto sognare: l’autonomia del Veneto. Abbiamo faticato tanto durante quella campagna referendaria, organizzando oltre 73 eventi sul territorio in meno di 45 giorni, e abbiamo lottato poi per incardinare un processo virtuoso che, grazie al costante impegno del nostro governatore Luca Zaia e del nostro ministro Erika Stefani, finalmente vede la luce. Ed è questo uno dei tanti motivi per cui sosteniamo con forza l’azione di questo governo».

«Ieri il consiglio dei ministri ha annunciato che il 15 febbraio 2019 il premier Giuseppe Conte firmerà con il governatore Luca Zaia l’intesa per l’autonomia del Veneto. Il ministro per le autonomie e gli affari regionali Erika Stefani, che ha illustrato la bozza d’intesa, in questi mesi ha avviato un’istruttoria con i colleghi dei vari dicasteri, che sarà completata entro metà gennaio. Si arriverà quindi alla firma dell’intesa, alla quale seguirà una legge dello Stato da approvare a maggioranza assoluta del parlamento. Questo momento è dunque storico, perché mai prima nella storia il consiglio dei ministri italiano si è trovato ad analizzare un progetto qualificato e sostanziale per l’autonomia della nostra regione».

«Ci sono poi i politicanti, irresponsabili ed urlanti, che vivono soltanto del malcontento popolare per ricavarsi un minimo spazio nel panorama politico, che trovano il modo di fare polemica persino quando i nostri sindaci inaugurano monumenti al leone di San Marco. È questo un mondo che non ci appartiene, in quanto non volto a trovare delle soluzioni ma soltanto ad esasperare i problemi. Siamo certi che la maggioranza dei cittadini sia dalla nostra parte».