Enologo bassanese muore per le esalazioni in una cantina trevigiana. Gravissimo un collega

Tragedia nel primo pomeriggio a San Polo di Piave, nel trevigiano:un enologo bassanese è morto e un collega è in gravissime condizioni a causa delle esalazioni mortali respirate all’interno di una cisterna della nota cantina Ca’ di Rajo. La vittima l’enologo 46enne Marco Bettollini, originario di Roma e residente a Bassano del Grappa.

L’infortunio mortale sul lavoro, l’ennesimo, è avvenuto questo pomeriggio, 14 settembre, intorno alle 14. Un secondo operaio, recuperato dai vigili del fuoco, è stato stabilizzato e dai sanitari e quindi trasportato in elicottero in ospedale in gravissime condizioni. 

Marco Bettollini, l’enologo morto nel silos della cantina

La tragedia si è consumata nella sede di via del Carmine 2: la richiesta di soccorso è giunta dal 118 per recuperare due operai colti da malore durante la pulizia di un silos. A soccorrerli ci hanno pensato le squadre dei vigili del fuoco giunte dai distaccamenti di Motta di Livenza e Conegliano Veneto: purtroppo nonostante i tentativi di rianimazione, il medico del 118 ha dichiarato il decesso di un operaio, che dalle prime informazioni sarebbe originario del bassanese. Sul posto anche i carabinieri e gli ispettori dello Spisal.

Il cordoglio di Zaia
“Una tragedia immane, un incredibile accanimento del destino. Mentre davamo l’addio a Giorgio Cecchetto, nell’azienda di un suo congiunto si è consumato un nuovo dramma. Sono addolorato e vicino alle famiglie dell’addetto deceduto e di quello che speriamo tutti possa riprendersi dopo il ricovero in ospedale. E’ una giornata
dolorosissima, che ricorderemo a lungo”. Così il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, subito dopo aver appreso dell’incidente accaduto nella cantina Cà di Rajo di San Polo di Piave, dove due addetti sono caduti in una cisterna a rischio esalazioni della cantina.
“Carabinieri e tecnici dello Spisal – aggiunge Zaia – cercheranno di dare una risposta
sulle modalità di questo dramma, ma nessuno di noi troverà mai una risposta alla
domanda che tutti ci facciamo: perché? Perché proprio oggi? Perché tanto dolore a chi
non lo meritava di certo? Esprimo il mio più profondo cordoglio alle famiglie travolte
da questa tragedia – conclude Zaia – e a tutti coloro che hanno amato e conosciuto la
vittima e che ora stanno in ansia per il collega ricoverato”.