Femminicidio di Giulia Cecchettin, Turetta ammette davanti al Gip: “L’ho uccisa io”

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Si è svolto stamattina alle 10 il primo confronto diretto tra Filippo Turetta, omicida fino a quel momento presunto di Giulia Cecchettin, e i giudici incaricati di interrogarlo nella sala udienze del carcere di Montorio Veronese. Il 22enne padovano, arrestato in Germania nei dintorni di Lipsia una settimana dopo la fuga e l’uccisione dell’ex fidanzata, assistito dal suo legale difensore Giovanni Caruso, avrebbe ammesso ogni responsabilità in merito al delitto attraverso dichiarazioni spontanee.

A darne notizia è l’agenzia di stampa Ansa, alle 14.30 di oggi, dopo l’uscita dalla casa di detenzione dell’avvocato di Turetta, il quale  ha incontrato la stampa presente all’esterno. Il colloquio con i magistrati designati sarebbe durato circa mezz’ora, a cui è seguito l’incontro proprio con il legale, intercorso per un paio d’ore.

Un interrogatorio lampo, se così si può definire, conseguenza dalla strategia di difesa dell’imputato di omicidio aggravato di avvalersi della facoltà di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari Benedetta Vitolo con presente il pubblico ministero Andrea Petroni. A cui è seguita dopo la memoria sotto forma di dichiarazione spontanea che confermerebbe quanto esposto di fronte alla polizia tedesca: le ammissioni dei giorni scorsi che non potevano applicarsi altrimenti nel procedimento in Italian secondo le norme di procedura penale.

Turetta, descritto come “in lacrime” di fronte al Gip di Venezia , avrebbe rinunciato alle richieste di misure cautelari. Nel testo diffuso oggi dall’Ansa, si cita inoltre la sorella di Giulia, Elena Cecchettin, la quale ha rilasciato in un’intervista dichiarazioni di accusa di stalking nei confronti del padovano, configuratosi nei mesi precedenti all’ultimo incontro costato poi la vita alla laureanda di Vigonovo, a soli 5 giorni dalla discussione della tesi di Ingegneria Biomedica.

A Vigonovo nuove iniziative dense di significati per ricordare Giulia e sostenere i familiari

Il suo difensore, Caruso, prima di accedere alla struttura alle 9.30 di stamani, ha smentito categoricamente la notizia di una richiesta di arresti domiciliari o di scarcerazione. In pieno accordo con il suo assistito, non sarà presentata dunque alcuna istanza in Tribunale per un eventuale riesame dell’ordinanza di custodia in carcere dell’assassino (ora) reo confesso anche di fronte alle autorità giudiziarie italiane. Sono attesi ora i risultati dell’autopsia sulla salma di Giulia (sarà effettuata il 1 dicembre), prima di concedere il nulla osta alla famiglia per il funerale, e il rientro della Fiat Grande Punto, sotto sequestro in Germania così come gli oggetti trovati all’interno, tra cui un coltello. Toccherà al reparto Ris di Parma mettere in campo le analisi scientifiche sui reperti una volta consegnati agli inquirenti.