Il Citrobacter era nell’acqua usata per i biberon. VcV, “Inaccettabili i ‘non sapevo’ di Zaia”

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96 neonati contagiati, 4 morti e 9 rimasti cerebrolesi a causa di un batterio micidiale e raro, il citrobacter, preso nel reparto che quei bimbi doveva salvarli: la terapia intensiva neonatale. E’ la vicenda agghiacciante che ha per sfondo un’eccellenza nazionale e veneta per quel che riguarda ostetricia e neonatologia, ossia il nuovo Ospedale della Mamma e del Bambino di Borgo Trento di Verona (aperto tre anni fa) e la sua dirigenza. Agghiacciante perché, come affermano i risultati dell’indagine della Regione, in reparto è stata rilevata “scarsa igiene” e il batterio pare si annidasse nei rubinetti dell’acqua potabile, utilizzata nella Tin per allungare il latte da dare ai neonati ricoverati perché fragili.

Quello che è però ancora più sconcertante è che il contagio non sia avvenuto in un mese ma in due anni, dato che il primo caso mortale sarebbero stato rilevato ancora nel 2018 e che fra la terza neonata morta (ad aprile 2019) e la quarta (deceduta lo scorso 16 agosto), son passati 16 mesi senza che il reparto venisse chiuso.

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Pubblicato da Francesca Frezza su Mercoledì 2 settembre 2020

E’ stata la tenacia di Francesca Frezza – mamma di Nina, morta appunto ad aprile 2019 dopo mesi di sofferenze all’ospedale Gaslini di Genova – a scoperchiare questa drammatica vicenda, mentre nel frattempo i bambini continuavano ad ammalarsi di un batterio che distrugge le vie urinarie dei neonati e si mangia letteralmente il loro cervello. La bimba morta lo scorso 16 agosto si chiamava invece Alice ed è stato parlando con le altre purpere in reparto che la sua mamma Elisa ha scoperto che i bambini infetti erano decine. Dall’ospedale – aperto solo tre anni fa, unico polo di ostetricia e ginecologia di Verona – sono uno stretto riserbo e risposte a denti stretti.

Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, afferma la necessità di “fare luce” e annuncia l’invio degli ispettori del ministero della Salute a Verona. Di “diritto alla giustizia” per le famiglie,  parla  il governatore del Veneto, Luca Zaia. “Non spetta a noi giudicare, la Procura faccia prima che può. Penso che la relazione degli esperti nominati dalla Regione sia assolutamente chiara e lapidaria – ha affermato oggi Zaia – ora  attendiamo la controdeduzione dell’Azienda ospedaliera perché siamo in uno stato di diritto. Dopodiché assumeremo tutte le decisioni che ci competono e che saranno necessarie. Non nego di aver saputo della vicenda da articoli di giornale e di aver chiesto allora al direttore generale della sanità veneta Mantoan una relazione per capire cosa sta succedendo”.

“Nella Corea del Nord Est, come un autorevole settimanale ha definito il Veneto qualche settimana fa – afferma una nota della lista Il Veneto che Vogliamo, che appoggia il candidato Arturo Lorenzoni – anche un caso grave come questo rischiava di passare quasi sotto silenzio. Solo grazie alla determinazione di queste mamme oggi sappiamo il motivo del decesso di quattro neonati e della totale invalidità di altri per tutta la vita. Di fronte a 96 bambini contagiati – continua il comunicato – non possiamo accettare l’ormai noto refrain del presidente della Regione che ‘non sapeva’, ‘non era stato informato’, ‘non è competente in materia di sanzioni disciplinari’ “.

Riapertura Punto Nascita "Ospedale della Donna e del Bambino"

Pubblicato da Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona su Martedì 1 settembre 2020

“La responsabilità politica della sanità veneta – aggiunge la nota – è del presidente della Regione, che non può esimersi dal dare risposta alle mamme dei bambini contagiati, agli utenti dell’ospedale e a tutti cittadini veneti. Non possiamo accettare che di fronte a lutti che si sarebbero potuti evitare la Regione non si assuma le proprie responsabilità. Forse che la sanità veneta è materia di competenza regionale solo quando ci sono le inaugurazioni da presiedere? Presidente Zaia, di fronte a situazioni di questo tipo i cittadini esigono risposte, decisioni, scelte per evitare che queste situazioni possano ripetersi”.