Ucciso nella rissa fra due fazioni di indiani: arresti anche nel vicentino

7 Maggio 2025 (aggiornato il 8 Maggio 2025 8:06)

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Ci sono anche alcuni vicentini di nazionalità indiana fra le sei persone arrestate dai carabinieri di Verona nell’ambito delle indagini su una maxi rissa, lo scorso 3 novembre a San Bonifacio, durante la quale è rimasto ucciso un 33enne indiano. Gli indagati sono tutti connazionali della vittima. Una quarantina le persone identificate per aver partecipato ai violenti scontri di quel giorno fra due fazioni di cittadini indiani.

Una vera e propria resa dei conti nei pressi del parcheggio di un centro commerciale a San Bonifacio mentre sul posto erano presenti anche famiglie con bambini: uno scontro feroce, a colpi non solo di coltelli, spade, katane e spranghe, ma anche di pistole. Alcune delle persone, riprese dalle telecamere della zona, avevano anche il volto travisato.

Come hanno ricostruito le indagini, nel corso della rissa furono sparati più colpi da arma da fuoco (che hanno anche colpito uno dei contendenti, poi ricoverato l’ospedale di Verona Borgo Trento e dimesso senza gravi conseguenze). Il 33enne invece è morto dieci giorni dopo il ricovero per le lesioni riportate dall’investimento di un’auto guidata da un rivale, picchiato violentemente e quindi colpito alla testa con spranghe e bastoni. Agli spari poi tutti si sono dileguati in auto, lasciando il ferito a terra, prima dell’arrivo dei carabinieri chiamati da una cliente del supermercato.

I carabinieri in sei mesi di indagini sono riusciti L’indagine dell’Arma, durata sei mesi, ha portato ad identificare oltre 25 partecipanti alla rissa e ad eseguire oggi una misura di custodia cautelare nei confronti di coloro che hanno tenuto le condotte lesive più gravi. Gli arresti sono stati fatti tra le province di Brescia, Cremona, Parma, Lodi Vicenza e Rimini.
L’indagine, ostacolata dall’assenza di immagini di videosorveglianza, si è sviluppata con l’esame di decine di lettori targhe e di video privati pubblicati sui social, con verifiche sulle dichiarazioni di testimoni e feriti, questi ultimi sempre particolarmente reticenti. Nel corso dell’attività, in particolare, è emersa anche la pericolosità degli indagati, che si stavano riorganizzando per una nuova rissa e spedizione punitiva in danno dei loro antagonisti. Nelle perquisizioni sono satte sequestrate spade, pugnali Kirpan, spranghe di ferro a forma di spada artigianale, pistole a salve e sick tirapugni.

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