17enne gravissimo dopo il tentativo di suicidio in carcere. Sabato le rapine e la fuga in centro


La fuga dalla struttura che lo accoglieva in quanto minore non accompagnato, la vita in strada per più di tre mesi, le tentate rapine messe a segno sabato pomeriggio in centro a Vicenza (cinque tentativi e una riuscita, con il ferimento lieve di un anziano). Poi la fuga attraverso il Retrone, l’irruzione in un’appartamento vuoto, dove si è barricato per due ore e dove è stato alla fine bloccato col taser da quattro giovani e preparati poliziotti delle volanti. E’ questa in estrema sintesi la concitata serie di scorribande penali di un ragazzo tunisino di 17 anni, che dopo due ore in cui ha seminato il panico, si sono concluse col suo arresto.
Una vicenda che ha ora una drammatica appendice: dopo l’accompagnamento alla casa circondariale minorile di Treviso, nella notte fra domenica 10 e lunedì 11 agosto il ragazzo ha infatti tentato il suicidio in carcere, provando ad impiccarsi con i suoi jeans ed è ora è ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso.
Le tentate rapine
Per fare il punto su quanto avvenuto sabato pomeriggio in centro a Vicenza, stamattina il questore Francesco Zerilli ha incontrato la stampa, insieme al vice questore Raimondo Martorano, che coordina il servizio “volanti”, e la vice questore per la Divisione Anticrimine Elena Gregorio. Dietro di loro, proprio i quattro giovani agenti (tre poliziotti e una poliziotta, tutti in forza al reparto volanti) che sabato hanno operato fattivamente e nel giro di due ore sono riusciti a fermare il giovane.
I momenti di follia iniziano all’ora di pranzo di sabato scorso, 9 agosto, quando il 17enne (di cui non sono rese note le generalità per la minor età e per i risvolti sanitari di quanto accaduto) tenta di rapinare in strada una persona nei pressi di Ponte San Michele, quindi un’altra in viale Margherita (qui facendo cadere a terra un 84enne che tentava di difendersi e che ha riportato ferite a un gomito per le quali non ha voluto comunque ricorrere alle cure del pronto soccorso), quindi i clienti di una pizzeria in viale X Giugno, dove aveva chiesto da mangiare e soldi. Infine, è comparso anche in piazza dei Signori. In tutto, come detto cinque tentativi e una rapina riuscita. Intorno alle 15 è stato intercettato dalle pattuglie in via Eritenio.
Il barricamento
Quindi la fuga tuffandosi nel Retrone, con la risaluta in un palazzo signorile sull’altra sponda. Qui attraverso un cavedio è riuscito a sfondare l’ingresso di un appartamento al secondo piano di via Santissimi Apostoli e si è barricato all’interno. Qui si è denudato, ha insultato forze dell’ordine e cittadini, svuotato un estintore e gettato oggetti addosso agli agenti (presenti polizia, carabinieri e anche i vigili del fuoco), ha rotto i vetri di finestre. Che potesse non essere in sè, era evidente. Nel giro di due ore, mentre era preonto ad entrare in azione anche il mediatore della Questura, quattro agenti sono riusciti a bloccarlo all’interno in un locale angusto, usando il taser e consentendo quindi il suo arresto in flagranza. Dopo l’arresto non ha opposto resistenza. Le accuse a suo carico: rapina, tentata rapina aggravata, danneggiamento, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, oltraggio e atti osceni.
“Agenti giovani ma di grandi qualità”
“Questa questura ha dimostrato di avere agenti di qualità elevata, molti son giovani, magari sono arrivati da poco, ma se non si hanno capacità non si arriva a questi risultati, salvaguardando se stessi e anche il reo” ha detto il questore. “Era una situazione di estrema gravità – ha aggiunto Zerilli – ma i quattro agenti intervenuti nel palazzo hanno agito in modo perfetto. Si parla sempre del numero di agenti, ma dovremmo ricordare anche l’importanza non solo della quantità ma anche delle loro qualità. Vorrei anche ricordare che è vero che è stato un episodio particolare e degno di allarme sociale, ma fatti del genere possono accadere, son sempre accaduti e probabilmente sempre accadranno. Quello che i cittadini devono sapere è che in strada ci sono professionisti in grado di risolvere i problemi con efficacia e tempestività”.
Il tentativo di suicidio
Riservo invece da parte degli inquirenti sui capi di imputazione che attendono convalida dall’autorità giudiziaria, specie ora che si è saputo che il 17enne, trasferito nella casa circondairale minorile di Treviso, ha tentato di uccidersi in cella nella sezione di prima accoglienza usando i suoi jean e usandoli per impiccarsi. E’ accaduto ieri pochi minuti prima di mezzanotte. Come rende noto un comunicato del Dipartimento Minorile del Ministero di Giustizia, sono stati alcuni agenti di polizia penitenziaria a soccorrerlo prima che fosse troppo tardi: hanno “immediatamente chiamato il medico presente nella attigua casa circondariale, che è arrivato pochi minuti dopo e ha subito iniziato a praticare le manovre di rianimazione urgenti. Poco dopo il ragazzo è stato portato presso il pronto soccorso dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, dove attualmente si trova ricoverato, nel reparto di rianimazione in condizioni molto gravi, ma ancora con segnali vitali attivi (respiro e battito cardiaco)”. Il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità evidenzia nella nota anche “la prontezza e professionalità dell’intervento della polizia penitenziaria, tanto che due agenti hanno attuato le prime manovre rianimatorie, e l’estrema tempestività dei soccorsi. E’ stato fatto tutto il possibile per salvare la vita del ragazzo. L’amministrazione esprime la propria vicinanza al ragazzo, e rimane in contatto con il presidio sanitario per seguire l’evolversi della situazione”.
Il profilo
Il 17enne, scappato più volte da strutture protette, lo scorso aprile era fuggito dal centro di accoglienza in provincia di Vicenza che lo ospitava e la sua scomparsa era stata segnalata alle autorità. Prima di sabato a suo carico erano state rilevate solo violazioni amministrative e una denuncia per danneggiamento.
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