Cinque giorni di film sul lavoro: arriva il Working Title Film Festival

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Il logo del festival dei film sul lavoro

Articolo 1, la Repubblica è “fondata sul lavoro”. E a Vicenza arriva un festival del cinema che questo ruolo, il lavoro come “mattone” fondamentale della democrazia italiana, lo vuole raccontare. In cinque giorni, con venti film, dal 27 aprile al primo maggio al Cinema Primavera si svolgerà la seconda  edizione del Working Title Film Festival.

Ideato dalla direttrice artistica Marina Resta e dal vicepresidente dell’associazione Lies (Laboratorio dell’inchiesta economica e sociale) Giulio Todescan, il festival del cinema del lavoro nella sua seconda edizione ha uno spiccato taglio internazionale. Due film in prima visione europea, cinque in prima visione italiana, otto in prima visione veneta, tre in prima vicentina e uno in prima visione assoluta: in tutto sono 20 le opere che saranno proiettate e presentate da registi internazionali nei cinque giorni di festival al Cinema Primavera. Di questi, 17 fanno parte del concorso internazionale che vedrà la premiazione la sera del Primo maggio, festa dei lavoratori. Proprio il lavoro è il filo rosso tematico che connette un programma ricco, che coinvolge tre spazi della città. Oltre al Primavera, infatti, altri eventi sono ospitati dal Polo Giovani B55, sede di due dibattiti il 27 e 28 aprile, e da Exworks sede di un’installazione video e di una festa. Il programma completo e dettagliato è pubblicato in un catalogo di 40 pagine distribuito gratuitamente e sul sito.

Il festival è stato presentato in Comune dal vicesindaco e assessore alla Cultura Jacopo Bulgarini d’Elci, oltre che dai due organizzatori.  “La seconda edizione del festival – ha dichiarato  Bulgarini d’Elci – apre in modo deciso lo sguardo su quanto accade nel mondo. Non solo in relazione alla cinematografia e all’attività di giovani talenti, ma anche rispetto al tema stesso della rassegna, ovvero il lavoro”. I film vengono da Italia, Belgio, Germania, Olanda, Grecia, Giappone e Canada. Nessun limite di genere né di durata: 13 documentari, 2 film di finzione, uno di animazione e un ibrido fra documentario e animazione. Ben 11 le registe donne su un totale di 26 registi, e una forte attenzione alle opere prime e alla “fucina” delle scuole di cinema europee: 22 registi su 26, pari all’85%, sono under 35. “I film in concorso raccontano con linguaggi diversi il mondo del lavoro contemporaneo – ha spiegato la direttrice artistica Marina Resta –. Un mondo in cui la fabbrica, emblema del lavoro novecentesco, é sempre meno presente, in cui la crisi economica, sociale e identitaria e il tratto predominante, in cui le persone non smettono di cercare creativamente nuove prospettive”. Il festival non si limiterà a portare sullo schermo opere mai viste a Vicenza. Ben 21 fra registi e produttori saranno ospiti in città e presenteranno in prima persona i propri film, dialogando con il pubblico e dando vita a un’atmosfera di autentico scambio culturale e artistico.

Le proiezioni si terranno tutte al Cinema Primavera (via Ozanam 11), giovedì 27 e venerdì 28 aprile in orario serale (alle 21), sabato 29, domenica 30 e lunedì 1° maggio fin dal pomeriggio (con tre fasce orarie: 16.30, 19 e 21).

Il biglietto d’ingresso costa 5 euro, con la possibilità di abbonamento a 10 ingressi (38 euro) e a 5 ingressi (19 euro). Il Primo maggio alle 21 andranno in scena le premiazioni: la giuria, formata dai registi Razi Mohebi, Soheila Javaheri e Francesco Clerici, dalla giornalista di Alias/il manifesto Maria Grosso e dalla critica cinematografica Chiara Zanini, assegnerà due distinti premi: uno per il migliore fra i 7 film “lunghi” (sopra i 50 minuti di durata), e uno per il più bello fra i 10 “corti” (sotto i 50 minuti). Il premio consiste in un oggetto di artigianato digitale ideato e realizzato ad hoc dal FabLab Dueville. Un riconoscimento speciale, il Premio Campo Lungo, sarà offerto da Coldiretti Vicenza al film che, fra quelli in concorso a tematica “verde”, meglio racconta il lavoro nell’agricoltura, nella pesca, nell’allevamento, e il rapporto fra il lavoro e l’ambiente naturale.