Atti persecutori, 80enne terrorizzava l’ex compagna. Appiccò il fuoco in casa del rivale

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Immagine dal web (dal sito italybyus.com)

Polizia locale e carabinieri hanno sventato i piani criminali frutto della psicosi di un anziano vicentino di 80 anni, che da quasi un anno perseguitava l’ex compagna e per questo era già stato rinchiuso in cella per 90 giorni nei mesi scorsi. Già in primavera la terrorizzava in ogni modo, costringendola per paura a rimanere segregata in casa a Costabissara, e per fare ancor più “terra bruciata” intorno a lei era arrivato al punto di appiccare un incendio all’ingresso dell’abitazione dell’attuale fidanzato della donna, anche lei vicentina, della quale  per ragioni di privacy non vengono forniti dati sensibili.

Motivi per cui l’ottantenne era stato incarcerato a Vicenza per tre mesi e poi rilasciato in regime di custodia attenuata, con braccialetto elettronico per un primo periodo e poi con obbligo di firma in caserma presso la tenenza di Dueville. Senza dare segni apparenti di nuovi intenti vessatori e ossessivi, in questo frangente di tempo, peraltro già ampiamente dimostrati nel corso dei primi mesi del 2020.

A sventare quello che si prospettava come un imminente nuovo pericolo per l’ex oggetto di atti persecutori nel passato recente sono stati gli agenti di polizia locale dell’Unione dei Comuni di Caldogno, Costabissara, Isola con l’aiuto dei carabinieri di Dueville. I primi citati alcuni giorni fa hanno “intercettato” gli intenti del pensionato accecato da gelosia e indole vendicativa prima che compiesse qualche altro atto inconsulto. Si stava recando da casa sua proprio in caserma della tenenza a Dueville, fermato per caso ad un controllo lungo il tragitto.

Durante il quale l’anziano si sarebbe fatto sfuggire una confidenza che ha insospettito gli agenti, forse già a conoscenza dei precedenti dell’uomo, comprendendo che non si trattava di una “sparata” ma che la minaccia di far fare una brutta fine all’ex fidanzata poteva avere un fondamento e mettere a rischio l’incolumità della donna già sfiancata dalle persecuzioni del passato recente. Su di lui gravano ancora un “compendio” di denunce presentate con coraggio dalla vittima dei soprusi, fattore decisivo nel far comprendere la situazione di reale pericolo da parte dei carabinieri, che una volta informati del fatto hanno interessato la Procura.

Un particolare dell’ingresso della sede dei CC di Dueville

Nell’occasione è stato fatto scattare il codice rosso, il protocollo operativo a protezione delle donne di recente introduzione nell’ordinamento italiano, con arresto preventivo immediato del sospetto concretizzato giovedì mattina, permettendo a Procura di Vicenza e forze dell’ordine di agire con tempestività e “battere sul tempo” i propositi criminali dell’uomo. Per E.N., nato nel 1941, si sono quindi riaperte le porte del carcere con nuova accusa legata agli atti persecutori: grave reato penale e con l’aggravante della recidività.