Ipab Vicenza, ok alle visite “in contatto”. Nonna Ida, 107 anni, riabbraccia il figlio 15 mesi dopo

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Un abbraccio atteso 15 mesi, dopo aver temuto di non poterlo mai più dare e ricevere. Sul la mano chi non si è commosso ieri nel capoluogo berico, all’interno di una delle strutture gestite dall’Ipab di Vicenza, quando nonna Ida Maria si è trovata di fronte – è stata una sorpresa per lei – il figlio e la nuora “in carne ed ossa”. Senza specchi divisori o tunnel degli abbracci, ma solo “mascherati”. Con la pensionata, che conta oggi 107 anni compiuti, ad accettare di farsi ritrarre insieme ai familiari come una sorta di testimonial dell’occasione speciale.

Si tratta di uno dei tanti ricongiungimenti tra gli anziani ospiti delle Rsa che in questi giorni potranno tenersi per mano e stare vicini ai propri cari, dopo la riapertura delle visite in presenza  e in libertà inaugurate, per così dire, da lunedì. Mettendo a disposizione all’uopo oltre a una sala interna anche uno spazio esterno nei giardini o cortili dalla casa di riposo, dove chiacchierare senza vincoli o barriere particolari. Salvo il rispetto dei requisiti sanitari sancirti nella “green pass” che hanno permesso di effettuare una sorta di nuovo “upgrade” vero il ripristino delle visite quasi ordinarie ormai.

Una nuova opportunità che tocca da vicino 295 grandi anziani o ospiti con disabilità, dopo aver recepito le nuove linee guida modificate al termine del completamento dei vaccini per la quasi totalità della popolazione anziana . I nuovi protocolli per l’accesso alle residenze Trento, Salvi e Monte Crocetta. La novità più significativa riguarda la possibilità per i familiari con “green pass Covid”, di poter avere un contatto fisico con il proprio caro e la possibilità di portare l’ospite vaccinato all’esterno della struttura.

Da ricordare che il il documento virtuale poi da esibire in maniera concreta equivale a tre possibili stati: persona che ha completato il percorso vaccinale da meno di 6 mesi, oppure positiva al Covid-19 (nello stesso arco di tempo precedente) o ancora che ha effettuato un tampone rapido o molecolare negativo al massimo 48 ore prima. In mancanza del “green pass”, o nel caso di ospiti non vaccinati, le visite avverranno con le modalità finora attuate. Vale a dire con plexiglass e distanza fisica di almeno un metro.

I nuovi protocolli, condivisi con il personale incaricato di accompagnare l’ospite durante la visita, sono reperibili sul sito dell’ente. È stato inoltre redatto un patto di condivisione del rischio, come dispone la nuova ordinanza, che dovrà essere sottoscritto dal famigliare e che evidenzia come si sia in presenza di una diminuzione del livello di protezione dal rischio di contagio. “A tal proposito – spiega il direttore dell’Ipab Annalisa Bergozza – chiediamo di comprendere che sarà necessario dedicare maggior tempo per le verifiche delle formalità previste. Confidiamo nel loro senso di responsabilità e auspichiamo vi sia sempre la massima attenzione e prudenza da parte di tutti. Da quanto mi è dato sapere – ha concluso la portavoce – siamo tra le prima strutture a partire sul territorio, proprio per la difficoltà oggettiva di mettere in pratica i protocolli”.

“Le visite – ricorda una nota dell’ente – a partire dal 6 marzo 2020, sono state dapprima vietate e poi sostituite con videochiamate, salvo poi essere aperte nella modalità consentita fino a ieri, quindi con plexiglass e interfono, rispondendo così a tutte le richieste di colloquio ricevute, quasi 300 a settimana”.