Maxi processo BpVi, il comune di Vicenza ammesso come parte civile

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Un'immagine dei risparmiatori in protesta di fronte al tribunale berico

Il maxi processo nei confronti di dirigenti e amministratori dell’ex Banca Popolare di Vicenza vedrà anche il comune di Vicenza tra gli enti ammessi come parte civile lesa. A comunicarlo l’ufficio stampa dopo che l’avvocato l’incaricato dal Comune – Giovanni Caruso – ha informato il collega e sindaco Francesco Rucco direttamente dall’aula bunker del tribunale di Mestre dove si sta celebrando il processo. In quanto azionista dell’istituto di credito veneto guidato dall’ex presidente Zonin, saranno dunque ammesse le richieste di risarcimento per il danno patrimoniale e per quello all’immagine in conseguenza del crac BpVi.

Si tratta di uno step che apre lo spiraglio per ricevere denaro nel concreto e giustizia di principio, anche se l’iter sarà inevitabilmente lungo. “Certo è presto per parlare di vittoria – commenta Rucco dopo la lettura dell’ordinanze nelle aule giudiziarie mestrine – ma non nego la soddisfazione per una ammissione che non era scontata. La nostra costituzione era doverosa, sia in difesa degli interessi del Comune, in veste di azionista, sia soprattutto per ciò che la nostra città ha subito in termini di danno di immagine dal fallimento di una banca in cui il territorio aveva riposto la propria fiducia”.

Con questa ordinanza ufficiale, l’amministrazione comunale si affianca nei fatti agli ex clienti beffati dalla propria banca di fiducia. “Tanti, troppi sono i risparmiatori truffati che aspettano giustizia e che, al di là del ristoro economico, attendono anche che vengano riconosciute le responsabilità di un disastro.”