Non ci sono i “requisiti morali”: chiude un noto locale di lap dance in città

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Sullo sfondo uno scorcio del complesso Galleria Crispi, nel riquadro l'insegna dello Strip Bar

Anche un locale di “lap dance” ad alto tasso erotico, oltre che alcolico, per mantenere attiva la licenza deve soddisfare a requisiti morali. Che nel caso del pub “Diverso Strip Bar” di viale Crispi, a Vicenza, non sono stati ritenuti sufficientemente garantiti dopo una serie di sopralluoghi da parte di polizia locale e uffici comunali, che hanno registrato una sfilza di inadempienze nei confronti del titolare. Un vicentino di 59 anni, noto nell’ambiente dell’intrattenimento sexy.

A decidere la revoca dell’autorizzazione commerciale, a quanto pare di natura definitiva, è stata nei giorni scorsi la direzione del servizio Suap, dopo gli accertamenti portati in capo al legale rappresentante. Il quale, però, non presentava un “curriculum” di giustizia e una reputazione intonse, nonostante lo stesso attraverso un’autodichiarazione assicurava sotto la propria responsabilità di possedere tutti i requisiti richiesti dalla legge. Mentre in realtà, fino tre mesi prima, si trovava agli arresti domiciliari in casa propria sempre nel capoluogo berico.

Verifiche successive, effettuate dagli uffici presso il casellario giudiziale, tuttavia, hanno evidenziato che a carico del richiedente erano state emesse nel 2011 e nel 2017 due sentenze per una serie di reati connessi alla detenzione e cessione di sostanze stupefacenti e all’estorsione. Di qui la decisione immediata del direttore del Suap di vietare l’attività del lap dance, secondo quanto stabilito dalla legge rispetto alla possibilità di negare l’autorizzazione di pubblico spettacolo a chi ha riportato condanne per estorsione e il divieto di esercitare la somministrazione di alimenti e bevande per chi è stato condannato per reati di droga nei 5 anni successivi al giorno in cui la pena è stata scontata.

Già ad aprile del 2019, peraltro, lo strip bar era stato chiuso e il gestore sanzionato con oltre 6 mila euro di multa, perché non in possesso del titolo per tenerlo aperto. Il 20 novembre scorso, invece, la questura aveva accertato che il gestore stava violando il divieto di chiusura dei locali di intrattenimento e svago, imposto dai decreti del presidente del Consiglio dei ministri, relativamente alla prevenzione del contagio dal virus Covid-19, e lo aveva sanzionato con 400 euro di multa e la sospensione dell’attività per 5 giorni.

“La sinergia collaborativa tra gli uffici comunali e la questura – dichiara l’assessore alle attività produttive Silvio Giovine – già ben collaudata nel tempo, continua a produrre i suoi frutti e ad assicurare un efficace controllo del territorio, anche a garanzia dei numerosi gestori che lavorano rispettando le regole, nonostante il periodo difficile, e dei clienti che frequentano i locali pubblici e hanno il diritto di essere salvaguardati e tutelati”.