Nuotatore azzurro muore nell’incendio di un ultraleggero. Era ospite a Vicenza a febbraio

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
Un frame della clip girata a Vicenza due mesi fa: Fabio Lombini aveva solo 22 anni (nel riquadro i resti del velivolo)

Doppia tragedia quella che ieri ha colpito due famiglie, il mondo del nuoto professionistico e anche i vigili del fuoco di Vicenza, in seguito alla caduta di un aereo ultraleggero avvenuta domenica a Nettuno, in Lazio. Due le giovani vittime, Gioele Rosetti, che era alla guida del velivolo, e Fabio Lombini, suo ospite come passeggero, precipitati appena 30 secondi dopo il decollo avvenuto alle 10.40. Entrambi nuotatori, avevano 23 e 22 anni.

Il secondo citato, Fabio Lombini, tra fine febbraio e i primi di marzo aveva pernottato a Vicenza dove si era allenato in piscina, trattandosi di atleta di rilevanza nazionale con il sogno di partecipare alle Olimpiadi di Tokyo. Nel 2017 era stato vicecampione azzurro di specialità ed era giunto in finale agli Europei di Copenhagen nei 200 stile libero. Proprio i vigili del fuoco berici lo avevano ospitato al comando in quel periodo, in cui aveva anche girato uno spot video sugli allenamenti in periodo di lockdown. Era nato a Castrocaro Terme, provincia di Forlì, città straziata dal lutto che tifava per lui ad ogni tuffo in piscina.

“La direzione Interregionale dei Vigili del fuoco del Veneto e Trentino Alto Adige insieme con tutto il personale, si stringono al dolore delle famiglie di Fabio Lombini e Giole Rosetti per la loro tragica scomparsa nell’incidente aereo di Nettuno”. Questo il messaggio di cordoglio apparso sulla pagina ufficiale. In quelle due settimane di allenamenti e di servizio presso il comando vicentino, “si era fatto apprezzare per la grande simpatia ed empatia nei confronti di tutti i colleghi”, continua il post pubblicato ieri. I colleghi delle Fiamme Rosse, per cui il giovane emiliano gareggiava, lo ricordano quindi con un filmato registrato che tratta dei comportamenti coretti da adottare durante l’emergenza sanitaria.

L’ultraleggero si era levato in volo dalla pista di Nettuno ospitata nell’aeroclub “Crazy Fly”. Nonostante la giovane età Roselli godeva di una certa esperienza di pilota, guidava il velivolo di proprietà del padre. Era insomma un appassionato navigato, dotato dei i brevetti previsti. Motivo per cui si privilegia l’ipotesi di un guasto improvviso come causa della caduta in un campo vicino alla pista. Per Lombini invece sembra si trattasse del suo primo volo, rivelatosi purtroppo l’ultimo. Sui loro profili instagram personali i due giovani avevano ieri documentato nelle “stories” gli attimi spensierati precedenti al decollo.

Per la coppia di amici non c’è stato nulla da fare nonostante i soccorsi immediati giunti nell’area della caduta. Fusoliera e abitacolo avrebbero preso fuoco già in aria, trasformandosi in una trappola mortale di fuoco e di calore, non lasciando alcuna possibilità di scampo all’equipaggio. I resti degli sfortunati nuotatori sarebbero stati ritrovati carbonizzati, secondo quanto riportano le testate giornalistiche laziali.

Il giovane atleta appartenente al corpo dei vigili del fuoco si trovava a Ostia per il collegiale di allenamenti della nazionale azzurra. Viso pulito e fisico scolpito dalle tante ore di allenamento in acqua, era conosciutissimo nell’ambiente e voleva confermarsi nel giro azzurro. Aveva deciso di trascorrere con l’amico la domenica libra, dall’acqua al cielo, trovando però un tragico destino a spezzare due vite e i loro sogni. Lascia la famiglia e la fidanzata Beatrice, anche lei nuotatrice.