Protesta di cinquanta detenuti alla casa circondariale. Uil: “agenti sempre più sotto pressione”

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La casa circondariale di Vicenza

Casa circondariale di Vicenza sotto pressione ieri mattina per la protesta pacifica di una cinquantina di detenuti che hanno contestato il cibo che loro viene servito. La protesta è iniziata intorno alle 11 nella settima sezione, dislocata nel nuovo padiglione del carcere “Del Papa”, all’interno della quale sono ospitati una sessantina di detenuti.

“Buona parte delle persone ristrette nella sezione – spiega il segretario triveneto della Uil della polizia penitenziaria, Leonardo Angiulli – si è posizionata nello spazio di transito al momento della distribuzione del pranzo da parte del detenuto incaricato, impedendone la consegna. Una contestazione passiva, motivata dal quella che viene ritenuta una scarsa qualità e quantità del cibo”. La protesta è andata avanti per ore, toccando anche altri questioni, come le azioni del governo attuale in tema di giustizia, l’organizzazione della casa circondariale e la mancanza della presenza a Vicenza del magistrato di sorveglianza (il Del Papa infatti fa riferimento al Magistrato di Sorveglianza di Verona).

La protesta sarebbe stata messa in atto da detenuti provenienti da altre carceri, presso le quali si erano già resi protagonisti di contestazioni. Il sit-in si è concluso solo verso le 14, quando gli agenti penitenziari hanno rimosso, uno a uno, i contestatori, facendoli rientrare nelle celle.

“Due detenuti dissidenti – spiega Angiulli – sono stati spostati in regime chiuso, destinato ai ristretti di difficile adattamento. La protesta è stata pretestuosa, in quanto la buona qualità e la quantità del cibo è confermata dai controlli di un’apposita commissione interna. Quello che ci preme sottolineare è soprattutto che la situazione nella casa circondariale berica è sempre più ingovernabile. Il personale con grande impegno e sforzo cerca di ovviare al deficit delle istituzioni: proprio il padiglione sette, quello dove è avvenuta la protesta, è stato aperto a costo zero per l’amministrazione finanziaria, utilizzando le stesse risorse  di persone già presenti nella struttura carceraria vicentina e senza aggiungere forze nuove”.