Identificato l’uomo travolto l’altra sera a Quinto. E’ un operaio di 33 anni in Veneto per lavoro

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E’ stato identificato ieri a distanza di parecchie ore dalla morte per investimento il corpo di Giuseppe Amato, operaio di 33 anni di origini meridionali, che da un mese circa lavorava per una ditta vicentina e per questo si era trasferito in Veneto. L’assenza di una denuncia di scomparsa aveva inizialmente complicato le operazioni di identificazione della vittima, travolta alle 19.30 di mercoledì sera da un furgone nei pressi del Villaggio Montegrappa.

Il ritrovamento del cellulare nel fossato adiacente alla strada di via Quintarello e anche i tatuaggi visibili sul volto dello sfortunato pedone hanno consentito infine ai Carabinieri della Compagnia di Thiene di dare un nome a quel giovane uomo, che sarebbe morto sul colpo a quanto emerso, in seguito all’investimento fatale. Della tragica notizia, solo nella mattinata di ieri, sono stati poi informati i familiari in Sicilia. Giuseppe viveva infatti nella provincia di Catania, anche se era solito spostarmi per trovare occupazione.

Il conducente del mezzo di lavoro, che subito ha soccorso il 33enne esanime a terra nel campo a fianco della sede stradale, non si era accorto dell’ostacolo paratosi di fronte, anche a causa dell’oscurità completa del tratto divenuto scenario del drammatico impatto. Un urto violento e improvviso, la frenata, il “muso” del veicolo e un fanalino anteriore danneggiati, il primo pensiero a un per quanto improbabile animale di campagna ad avergli attraversato la strada. Poi, a distanza di pochi secondi, la terribile scoperta del corpo di un uomo riverso a terra senza sensi e la chiamata al 118 chiedendo aiuto e soccorsi immediati. Come atto dovuto, l’uomo al volante del veicolo investitore sarà accusato di omicidio stradale.

Il pedone investito non si sarebbe accorto di nulla a sua volta. Trovando la morte a Quinto Vicentino mentre passeggiava da solo a poca distanza dal bed & breakfast dove alloggiava da qualche settimana, sito nella stessa cittadina. Il giovane Lavorava a Bressanvido solo da febbraio, per conto di una ditta di materiale per l’edilizia, la Nydion, dove la notizia della tragedia ha scosso proprietari e colleghi che solo da poco tempo lo avevano conosciuto. Da tempo aveva imparato il mestiere di carpentiere e accettava anche incarichi temporanei in giro per l’Italia. In quel tratto di strada poco illuminato, dove ha trovato la morte mercoledì, come si legge in più post pubblicati sui social da persone residenti nella zona, non sarebbe il primo incidente accaduto.