Torna in libertà (con obbligo di firma) il 25enne nei guai per i files pedopornografici nel pc

Secondo capitolo sulla vicenda legata all’arresto di un giovane di 25 anni residente a Vicenza, avvenuto la scorsa settimana su iniziativa della polizia di Stato, in ordine alle indagini sul traffico di materiale multimediale vietato in quanto ritenuto a espliciti contenuti pedopornografici.

L’indagine in corso e che sarebbe in realtà su vasta scala è stata condotta dalla polizia postale di Vicenza. Gli indizi nei giorni precedenti al blitz di giovedì scorso avevan fatto emergere il nome di un sospetto in città, fatto oggetto di un’attenta perquisizione domiciliare, con sequestro di tutto il materiale informatico presente.

Il 25enne vicentino di cui sono state rese note le iniziali dalla Questura in quanto indagato – F.M. -, in un primo momento agli arresti domiciliari per cinque giorni, è stato rimesso in libertà dopo il primo interrogatorio di fronte a un giudice del Tribunale e ovviamente su richiesta dei suoi legali difensori. L’arresto dei giorni scorsi firmato dal pm di turno è stato comunque convalidato in attesa di sviluppi, ma non è stata ritenuta necessaria alcuna forma di detenzione cautelativa. Avrà l’obbligo di rimanere in città, a disposizione degli inquirenti, e recarsi in via Mazzini per la firma nel registro.

Nel frattempo proseguono le indagini sul suo conto. Le analisi approfondite degli esperti informatici incaricati mirano a recuperare ogni file sospetto che abbia lasciato una traccia in rete o nell’hard-disk, tra quelli visibili nelle cartelle e quelli che potrebbero essere stati cancellati, da inviare poi per la perizia sugli effettivi contenuti. Tre gli accertamenti disposti anche il compito di verificare l’età effettiva di coloro che appaiono nei video hot, dove non risulti evidente. Un passaggio fondamentale per portare avanti le accuse di detenzione di materiale pedopornografico al presunto cybernauta con presunte tendenze pedofile, tra l’altro esperto di computer e informatica per via della sua professione.

Un altro tassello importante è costituito dal tentativo di risalire alla “fonte” di provenienza dei filmati illeciti, per bloccare la diffusione di questo di tipo di mercato nero multimediale che si sorregge sullo sfruttamento di minorenni, a volte perfino bambini. In corso le verifiche anche i contatti più assidui del giovane di Vicenza, non potendo escludere a priori la compresenza di altre persone legate al “giro” di immagini e video illeciti in Veneto.