Trova 35 mila euro nel comodino e li restituisce. Autore del gesto un disoccupato

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Un vecchio comodino in legno simile a quello "scartato" e rivelatosi una sorta di cassaforte

Quel comodino che si era portato a casa lecitamente dopo aver lavorato ad uno sgombero, lo aveva tenuto per sè, del tutto inconsapevole del tesoro che custodiva. Proprio di fianco al suo cuscino: nascosti all’interno, infatti, c’erano banconote per un totale di 35 mila euro. Un gruzzolo mica male per chiunque, figuriamoci per un disoccupato che da mesi ormai tira avanti con il reddito di cittadinanza: un sussidio, nel caso del 59enne vicentino protagonista della vicenda, da appena 220 euro.

Alla fine, dopo un contorto valzer di verifiche con l’ufficio oggetti smarriti e dopo aver consultato le leggi che trattano i ritrovamenti, il malloppo spetterà proprio a chi lo ha scovato in un mobile da buttare. Un epilogo che non macchia affatto il nobile gesto iniziale da parte del protagonista della vicenda salita agli onori di cronaca.

Una dimostrazione di onestà viscerale davvero rara, quella compiuta dall’uomo che vive in città e che cerca anche di smarcarsi subito da interviste e richieste di spiegazioni di un atto per nulla straordinario, secondo il suo pensiero e la sua trasparenza d’animo. A raccontarne la storia nei dettagli, che fa seguito alla notizia del denaro nei giorni scorsi, poi consegnato alle forze dell’ordine, è un servizio del Giornale di Vicenza.

Alzino la mano quanti avrebbero fatto lo stesso, al di là dello stato di bisogno sostanziale che sta vivendo l’anonimo “restitutore” dei 35 mila euro, ingenuamente stupito di tanto clamore. I contanti già martedì scorso sono stati affidati ai carabinieri di Vicenza, ai quali sembrava toccare l’onere di provare a risalire ai legittimi proprietari o, ancora più probabile, agli eredi che ne beneficeranno se rintracciati. Di prassi, invece, trattandosi di oggetto smarrito il contenitore divenuto “cassaforte”, la prima tappa da effettuare era l’ufficio dove si raccoglie un po’ di tutto, spesso cianfrusaglie, dove è nato un dibattito sulla destinazione da dare al denaro più che al mobiletto, destinato alla discarica dopo lo sgombero di un appartamento da liberare.

Di fatto, i proprietari dei beni ereditati avevano autorizzato il personale di facchinaggio a disfarsi di ciò che era rimasto nell’alloggio. Nulla di valore, almeno sulla carta, di cui di fatto si era ceduta la proprietà senza nulla pretendere in cambio. Motivo per cui, la decisione di trattenere per sè il vecchio comodino destinato al macero è ritenuta legittima, e a fine della storia va archiviata come un clamoroso colpo di fortuna.