Uccide colombo scagliandolo contro un parchimetro. Denunciato, rischia condanna da 4 mesi a 2 anni

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Rischia una denuncia penale per un reato che ha dell’incredibile. Un quarantenne residente nell’hinterland vicentino è stato protagonista di un episodio crudele e malvagio nei confronti di un povero colombo reo di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. I fatti si sono svolti in zona ponte Furo a Vicenza e risalgono alla fine di novembre, ma le operazioni investigative si sono protratte per tutto il mese di dicembre con la chiusura del caso.
Da quanto emerge sembra che l’uomo, impegnato in un cantiere, abbia acciuffato il povero animale e, una volta uscito dal sito di lavoro, lo abbia scagliato violentemente contro un parchimetro che si trovava proprio di fronte. In quel momento ad assistere alla scena c’era una passante che vedendo il volatile contorcersi prima di morire si è messa ad urlare dalla paura per la brutalità del gesto. A questo punto la segnalazione è giunta all’Enpa di Vicenza che ha dato immediatamente mandato alle proprie guardie zoofile di ricostruire i fatti. Giunti sul posto però, i tre operatori, hanno trovato solo l’animale oramai privo di vita. Venuti in possesso di un video che ha ripreso l’accaduto, si sono accorti che l’uomo non era ben visibile, questo ha portato ad approfondire le ricerche, grazie all’aiuto della ragazza testimone di quanto accaduto.
Ci sono voluti un po di giorni per rintracciare l’autore del gesto efferato ma fortunatamente è stato rintracciato in un comune vicino a Vicenza. La ricostruzione dei fatti ha permesso di appurare che l’operaio si trovava in città in quel periodo per motivi di lavoro. Messo alle strette, il quarantenne, ha ammesso di aver ucciso l’animale, si è giustificato commentando che l’uccello era malato e sporcava il luogo di lavoro. Una volta informato dalle guardie che l’atto compiuto era un illecito penale, l’uomo ha cercato di difendersi comunicando di amare gli animali e ammettendo che possiede cani e gatti, ma questo non ha cambiato il parere degli operatori Enpa, irremovibili nell’inoltrare la denuncia alla Procura della Repubblica di Vicenza ipotizzando a carico del soggetto “l’Art. 544 bis uccisione di animale” che prevede in caso di condanna la pena detentiva da quattro mesi a due anni.
Certo, quanto ipotizzato in merito alla pena, sembrerebbe esagerata per un piccione -ha esordito l’Ispettore E.N.P.A. Renzo Rizzima teniamo presente che le leggi vanno rispettate indipendentemente dalla sfera di competenza, per cui va perseguito tanto uno che ruba quanto uno che ammazza un animale, quando questo non è consentito.
Nel caso di specie tra l’altro il fatto è stato commesso in una piazza cittadina, con particolare ferocia, il povero animale è stato lanciato contro un parchimetro, di fronte ad una giovane che ha dovuto assistere suo malgrado a questa scena e ne è rimasta traumatizzata”.
Di fatto -conclude Rizzi – ci troviamo di fronte a un “delitto contro il sentimento per gli animali”, che ricordo oltre a loro tenta di tutelare anche tutte quelle persone che nella loro vita si sono impegnate a rispettare gli altri animali.
Sotto questo aspetto devo ammettere che i giovani ci stanno finalmente dando una bella lezione, difatti solo le vecchie generazioni che paradossalmente dovrebbero avere acquisito il “dono della saggezza” si macchiano dei peggiori delitti nei confronti degli animali, in questi casi dimostriamo che siamo ancora lontani dall’obbiettivo citato da un Grande:
La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”
Sul tema interviene anche la protezione animali che commenta così l’accaduto: “Al giorno d’oggi si stanno perdendo completamente il rispetto e l’empatia”, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Se il piccione stava realmente dando fastidio, si poteva fare allontanare in tantissimi modi. Spesso è sufficiente un battito di mani o un altro rumore per far sì che volino via. Magari tornano, ma basta fare nuovamente un rumore per farli allontanare. Capisco che possa essere una seccatura se si sta lavorando, ma davvero non capisco come si possa arrivare a commettere un gesto tanto crudele. Già che l’aveva preso in mano, poteva semplicemente portarlo fuori dal cantiere – come in effetti ha fatto – senza però ucciderlo in quel modo così brutale e violento.