Morte due anziane di Schio e Sandrigo. Ulss 8, call center ampliato e via ai tamponi a tappeto – VIDEO

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Due nuovi decessi collegati all’epidemia da nuovo Coronavirus all’ospedale San Bortolo di Vicenza. Lo ha annunciato la Regione nel consueto report della mattina (18 marzo, ore 8). In provincia salgono così a 10 i morti dall’inizio dell’emergenza. Le ultime due vittime sono una donna di Schio di 78 anni, morta nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Bortolo di Vicenza, dove era ricoverata da otto giorni, e una donna di 84 anni residente a Sandrigoricoverata dal 5 marzo e morta nel reparto di malattie infettive. Per entrambe le anziane, la presenza di altre patologie ha complicato purtroppo in maniera letale il quadro clinico.

Nonostante l’aumento di decessi, ricoveri e casi di positività, la situazione è però ancora sotto controllo nell’Ulss 8 Berica. E’ questo il senso del punto fatto ieri dal direttore generale Giovanni Pavesi nel piazzale antistante l’ingresso dell’ospedale San Bortolo di Vicenza: al suo fianco, a distanza di sicurezza, i responsabili dei servizi interessati: il direttore sanitario Salvatore Barra, la direttrice del Sisp (il Servizio Igiene Sanità Pubblica) Maria Teresa Padovan, il direttore della centrale operativa del Suem 118, Francesco Politi e quello di Microbiologia dell’ospedale di Vicenza, Mario Rassu.

Pavesi ha illustrato ai giornalisti la situazione nel nosocomio vicentino. La prima buona notizia è che in terapia intensiva sono state già stubate 4 persone, segno del miglioramento delle loro condizioni di salute dopo essere rimaste infettate dal Covid-19. Il dg ha anche ricordato che sono in forte aumento i numeri delle persone in sorveglianza attiva e passiva a domicilio: le prime (più di 300) vengono contattate e monitorate ogni giorno via telefono perché positive senza sintomi gravi o che vivevano a stretto contatto con malati; le seconde (circa 400) hanno avutoi contatti più sporadici e hanno una linea telefonica loro dedicata da chiamare in caso si presentino dei sintomi. 

Maria Teresa Padovan ha spiegato che da oggi, mercoledì, sarà attivo negli spazi dell’ex seminario un nuovo e più ampio call center (vedi fotogallery) che è stato potenziato grazie anche al recupero di personale da altri servizi come l’ufficio relazioni col pubblico. Il call center servirà per soddisfare le richieste in entrata e i controlli in uscita delle persone a domicilio, come detto in forte aumento.  

Al via i tamponi a tappeto

Il laboratorio di microbiologia di Vicenza inizierà invece a breve l’attività di analisi di tamponi effettuati a tappeto, come annunciato dal presidente del Veneto Zaia: il laboratorio berico arriverà ad effettuare 1000-110 tamponi al giorno. “Inizieremo con i seimila dipendenti dell’Ulss, che vanno messi in sicurezza insieme a tutti i medici di famiglia, i pediatri e i medici convenzionati. Alcune centinaia hanno già fatto il test, gli altri lo faranno nei prossimi giorni. Insieme a questo, inizieremo con i tamponi domiciliari, con due ambulatori mobili e il relativo personale: uno si muoverà nel Distretto Est e l’altro in quello Ovest, intercettando quei casi nei quali vi sono difficoltà di spostamento dal domicilio” spiega Pavesi.

“Ci coordiniamo in particolare – spiega il direttore di microbiologia Rassu – con le altre microbiologie, soprattutto Treviso Padova e Verona: in questo momento è fondamentale lavorare in rete”. “Per i tamponi a domicilio verranno utilizzate due ambulanze che venivano tenute di riserva dal Suem e che sono state recentemente revisionate” spiega il direttore del 118, Politi. I casi da verificare deriveranno da segnalazioni dei medici di famiglia e da richieste che arriveranno al numero verde aziendale 800 277067 (dalle 8 alle 16 tutti i giorni). Quanto ai tamponi effettuati fuori dai supermercato o in strada (come annunciato da Zaia, Pavesi spiega che “in questa prima fase non è previsto, ma questa attività andrà avanti a lungo e in modo graduale e non è detto che non si proceda anche in questa direzione”.

Quanto al personale sanitario infettato (che in italia darebbero l’8% dei contagiati), il dg ha spiegato che al momento i casi nell’Ulss 8 sono solo una decina, tutti infettati al di fuori della propria attività lavorativa. Sulla fornitura di guanti e mascherine al personale, Pavesi poi specifica di non rilevare problemi: “Mascherine ce ne sono ne sono e ne abbiamo consegnate trenta anche a ciascun medico di base”.

I controlli nelle aziende

Da lunedì sono iniziate anche le visite ispettive dello Spisal dell’Ulss 8 nelle aziende di grandi dimensioni, per verificare che siano in regola con la fornitura ai dipendenti dei dispositivi di sicurezza contro il Coronavirus e che rispettino le norme d’igiene previste dai decreti del governo. “Abbiamo iniziato dalle due più grandi e ne verranno esaminate 7-8 ogni giorno. Abbiamo trovato il massimo rispetto delle normative vigenti” spiega Pavesi.

L’aiuto alla Lombardia al collasso

Non ci sono pazienti trasferiti dalla Lombardia nell’ospedale vicentino: lo ha confermato lo stesso Pavesi, su domanda specifica dell’Eco Vicentino: “Siamo in contatto con i colleghi lombardi, che stanno vivendo una situazione drammatica, anche perché alcuni dei nostri medici operavano là prima di arrivare qui da noi. Tuttavia, la scelta di accogliere in Veneto pazienti per alleggerire il sistema sanitario lombardo non è della singola Ulss ma della Regione. Al momento non ci è stato chiesto di accogliere nessuno”.