Popolare di Vicenza, il ministro dell’Economia esclude il prelievo forzoso dai conti correnti

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
La ex sede della Banca Popolare di Vicenza, in via Btg. Framarin a Vicenza

“Il bail-in è una ipotesi esclusa”. Lo ha messo in chiaro oggi Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia, parlando della situazione delle banche venete: Popolare di Vicenza e Veneto Banca.

Il tema è scottante: ieri da Bruxelles è trapelato che il piano di fusione fra i due istituti – da tempo vicine al tracollo dopo la crisi che ha praticamente azzerato il valore delle azioni e costretto lo Stato e il sistema bancario a intervenire tramite Fondo Atlante – potrebbe essere respinto dalla Commissione Europea. O meglio, l’Europa ha posto una condizione pesante: i 6,4 miliardi di euro che la Bce prevede debbano essere investiti per salvare e fondere i due istituti non potranno essere messi tutti sul piatto dallo Stato italiano, almeno un miliardo dovrà essere stanziato da privati. La “ricetta” della banca centrale dovrebbe mettere al riparo le due banche dal rischio tracollo per le sofferenze lorde (stimate a 9,6 miliardi di euro), ma l’imposizione di un parziale intervento privato mette in forse l’intero piano di salvataggio: per ora sembra estremamente improbabile che fondi o altre realtà private siano disposte a investire nei due istituti. Tanto che da ieri negli ambienti finanziari si è ricominciato a parlare di bail in, cioè l’ipotesi di prelievo forzoso di azioni, obbligazioni e conti correnti oltre i centomila euro depositati nelle due banche da privati cittadini.

Oggi a Roma il ministro Padoan e i vertici delle due banche si sono incontrati per tentare di risolvere la situazione. Sul tavolo sono stati posti anche altri temi: gli esuberi e lo schema di fusione delle due banche. Padoan ha sgombrato il campo dalle ipotesi di prelievo forzoso a spese dei correntisti: “Cos’è il rischio bail in? Ci sono le procedure europee su cui stiamo lavorando. Le ipotesi sono chiare.Non c’è nessun problema di liquidità. Serve un monitoraggio continuo sulla situazione e noi contiamo di arrivare a una soluzione consolidata in tempi brevi”.

Intanto, ieri dall’ipotesi di un intervento parziale anche dei privati nel salvataggio delle due banche ha preso le distanze il Ceo (amministratore) di Intesa San Paolo, Carlo Messina: “Su queste banche i privati hanno già perso o stanno perdendo dei soldi. Bisogna garantire la possibilità di metterle in sicurezza attraverso un intervento pubblico che ormai è in costruzione da dicembre dell’anno scorso”. Sulla stessa linea il governatore del Veneto Luca Zaia: “La situazione delle ex banche popolari venete volge verso il dramma; è ridicolo pensare che i privati, che in quelle banche hanno già perso milioni, possano sobbarcarsi un altro miliardo di intervento finanziario; l’intervento pubblico è indispensabile; dal governo ancora nessun segnale”.