Tre giovani si schiantano in auto in zona pedonale: danneggiato il seicentesco Ponte San Michele

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Zero rispetto per i beni pubblici, anche quelli storici e architettonici: sono questi gli atteggiamenti che nella notte fra il 6 e il 7 giugno hanno portato al grave danneggiamento di Ponte San Michele a Vicenza. Gioiellino romanico, solo pedonale, che nella notte è stato vandalizzato e gravemente danneggiato per una bravata.

Secondo quanto ricostruito dalla polizia locale di Vicenza, intervenuta sul posto, a provocare i danni è stata un’auto con a bordo tre ragazzi: il guidatore avrebbe sbagliato strada, imboccato il ponte del ‘600 (che oggi è solo pedonale) e si sarebbe schiantata (evidentemente non a velocità moderata) contro la colonnina, divelta nell’impatto, e quindi avrebbe provocando danni sulla parete destra all’imbocco del ponte e quindi si è schiantata sul parapetto nel lato sinistro, che è stato disintegrato. Ad avvertire la polizia locale sono stati gli stessi ragazzi coinvolti, uno dei quali è rimasto ferito (è stato trasferito in codice giallo in ospedale).

Sconcertante la scena apparsa all’alba ai passanti. “Uno dei gioielli del centro storico di Vicenza, è stato vandalizzato. Ancora una volta – ha commentato il consigliere comunale dem Giacomo Bez – la bellezza della nostra città viene sfregiata da gesti incivili e irresponsabili – continua Bez –  Un ponte del ’600 restaurato con cura, simbolo del nostro centro storico, non merita questo. Nessun monumento lo merita. Chi ha commesso questo scempio dovrà assumersi le proprie responsabilità e pagare. Fino in fondo. Vicenza non è terra di impunità. E noi cittadini, orgogliosi della nostra storia, abbiamo il dovere di vigilare, denunciare, pretendere giustizia. Difendere la bellezza è un atto di civiltà”.

Sulla stessa linea un altro consigliere del Pd, Stefano Dal Pra Caputo. “I fatti accaduti la scorsa notte – commenta – sono inaccettabili: entrare con l’auto su un ponte pedonale, abbattere una colonnina in pietra, danneggiare una struttura storica e mettere a rischio la propria vita e quella degli altri non è una ‘bravata’: è un gesto irresponsabile, figlio di una cultura dell’egoismo e dell’assenza di senso civico. Chi si è reso protagonista di questo episodio ha compiuto un doppio danno: alla città, ferendo un luogo prezioso e carico di storia; e a sé stesso, compromettendo la propria incolumità e mettendo a repentaglio la propria vita.  Chi ha sbagliato deve rispondere delle proprie azioni. È tempo di recuperare un senso collettivo di responsabilità e appartenenza, perché il bene comune va custodito, non messo a rischio”.

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