Israele attacca l’Iran: bombe sui vertici militari e politici. Colpiti i siti nucleari, uccisi due scienziati

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Israele ha lanciato un violento attacco multiplo contro l’Iran, nell’ambito di quella che è stata definita “operazione Rising Lion”. Forti esplosioni e bombardamenti sono stati registrati sulla capitale Teheran e sui siti nucleari. Almeno cinque persone sono morte e oltre 50 sono rimaste ferite. L’esercito israeliano accusa l’Iran, sostenendo che il Paese ha materiale per costruire almeno 15 bombe nucleari. Benjamin Netanyahu rivendica dunque l’attacco al cuore del programma atomico iraniano, poi minaccia: “Andremo avanti per tutto il tempo necessario”. Secondo i media locali i raid potrebbero durare diverse settimane.

Sui social network intanto si diffondono notizie secondo le quali ci sarebbero state decine di operazioni mirate nella capitale iraniana per eliminare i vertici militari e politici dell’Iran. Teheran conferma in effetti la morte del capo delle Guardie Rivoluzionarie Hossein Salami e l’uccisione del potente generale Mohammad Bagheri. Nell’ambito degli stessi attacchi, sono stati assassinati anche due importanti scienziati del programma nucleare di Teheran.

Esprime profonda preoccupazione per il quadro inedito l’Agenzia internazionale per l’energia atomica che sta monitorando “attentamente la situazione”, ora dopo ora. In particolare gli occhi sono occhi puntati sull’impianto di arricchimento dell’uranio a Natanz. I funzionari della difesa israeliani ritengono che  questo impianto nucleare abbia subito gravi danni durante i raid aerei di questa mattina. Lo riporta Times of Israel, sottolineando che alcuni filmati circolati online mostrano forti attacchi sul sito nucleare. Danni che sono stati confermati anche dall’Iran.

Nel frattempo, il presidente americano Donald Trump ha immediatamente convocato il gabinetto di emergenza e la Casa Bianca ha chiarito subito: “Non siamo coinvolti in questa operazione”. Ma intanto Teheran attacca gli Usa: “Condividono la responsabilità degli attacchi” e chiede che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunisca con urgenza. Riunione di emergenza anche alla Farnesina: “Si tratta di una situazione di grandissima tensione – commenta il ministro degli Esteri Antonio Tajani -. Occorre tornare al dialogo e alla diplomazia il prima possibile. Noi faremo di tutto ma la situazione è veramente complicata”, ribadisce il ministro che ha rassicurato i giornalisti rispetto alla situazione dei nostri connazionali nell’area.