Addio a Sergio Campana, l’avvocato biancorosso del pallone. Fu padre fondatore dell’Aic

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Il calcio biancorosso piange una bandiera del Menti del secolo scorso, i calciatori italiani piangono colui che oltre 40 anni ne ha difeso i diritti. Si è spento stanotte, a 90 anni di età, Sergio Campana. Nato a Bassano del Grappa, è spirato nella stessa città dove attendeva di festeggiare i 91 anni da compiere il prossimo 1 di agosto.

E’ stato giocatore del Vicenza a inizio e a fine carriera, e anche del Bologna in serie A, da giovane talento biancorosso vincitori di due storiche edizioni del Torneo di Viareggio. Attaccante prolifico, vinse una Mitropa Cup in Emilia con i rossoblu. La prima stagione al Menti nel 1953/1954, da giovane punta, l’esordio in massima serie ormai quasi 70 anni fa, nel 1955. Segnò 46 gol per il Lanerossi, in 240 partite. Da Primavera, al Viareggio realizzò una doppietta contro il real madrid.

Se qui c’è chi lo ricorda ancora con affetto con i colori del “Lane” indosso, con 240 presenze tra serie B (festeggiando una promozione) e serie A, non esiste calciatore in Italia giunto al professionismo che non conosca la figura di colui che viene definito come padre fondatore dell’Aic, l’Associazione Italiana Calciatori, da lui fondata nel 1968 e presieduta fino al 2011. Fu poi uno dei primi calciatori laureti (in Giurisprudenza) in un’epoca passata in cui gli studi universitari e la militanza nelle squadre di vertice era cosa rara, diventando avvocato. E sposando l’inseparabile moglie Antonietta.

“Una guida autorevole capace di difendere con pari dignità i grandi campioni e i calciatori semiprofessionisti delle serie inferiori”. Questa probabilmente la definizione migliore per la sua “seconda vita” nel mondo del pallone, vissuta da gentiluomo e nello stesso tempo da appassionatissimo, senza mai nascondere il suo tifo per le sorti del suo Vicenza. “Campana – così Gianni Grazioli, Direttore Generale dell’AIC, al fianco del presidente per anni – è stato una grande figura per il calcio italiano, per quel che ha fatto per i calciatori tutti, fondando il sindacato con Rivera, Mazzola e Bulgarelli, e per il suo contributo costruttivo e onesto alle istituzioni. Era un uomo di altri tempi, di grande rettitudine morale, ma al passo con un calcio che cambiava alla velocità della luce. Non a caso, il sindacato calciatori italiano, con quello inglese, è riconosciuto come il più autorevole al mondo”.

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