Ancora una vittima del taser: morto un uomo nel Genovese. Indagati due carabinieri

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Il taser colpisce ancora. Non soltanto per “bloccare” qualcuno, ma per uccidere. Una tragica fatalità, certo. Eppure è il secondo caso in poche ore. Dopo il decesso di un 57enne ad Olbia, un’altra vittima è stata registrata dopo l’uso dello strumento dato alle Forze dell’Ordine per difendersi. Un 47enne di origini albanesi è morto nella serata di domenica dopo essere stato colpito da due carabinieri a Sant’Olcese, sulle alture di Genova.

I colpi, secondo gli inquirenti, potrebbero aver provocato nell’uomo un arresto cardiaco. I due militari sono stati iscritti nel registro degli indagati. Un atto dovuto.

Intanto secondo una prima ricostruzione, Elton Bani, questo il nome dell’uomo deceduto nel Genovese, era stato intercettato dai carabinieri dopo che alcuni vicini avevano chiamato il 118 in seguito a una violenta lite. Prima dell’arrivo delle pattuglie, l’uomo è salito a bordo della sua macchina e ha iniziato a guidare a zig zag sotto casa. I militari si sono avvicinati per provare a calmarlo e lo hanno convinto a tornare a casa per prendere i documenti. Sulle scale, Bani ha iniziato a colpire i carabinieri con calci e pugni, ferendoli ma i militari sono riusciti a bloccarlo per ammanettarlo. L’albanese ha comunque continuato a colpire tanto che uno dei militari ha estratto il taser e lo ha colpito di striscio. L’albanese si è rialzato ed è stato colpito una seconda volta e poi una terza volta. Il personale del 118, che nel frattempo era rimasto in strada, è accorso chiamato dai carabinieri e hanno provato a rianimare Bani per alcuni minuti ma l’uomo è morto quasi subito.

Detto del precedente ad Olbia, ora il rischio è che venga fatta della strumentalizzazione. Ma in questo senso Stefano Paoloni, segretario generale del Sap, è stato chiaro: “Spiace per il tragico evento, ma il teaser resta lo strumento più sicuro a disposizione delle forze dell’ordine”. “Il taser – aggiunge Giuseppe Tiani, segretario generale del Siap – non è un capriccio o dotazione abusiva, è uno strumento indispensabile per evitare il contatto fisico e l’uso della forza, permettendo di neutralizzare soggetti pericolosi e violenti senza ricorrere a misure letali. I benefici dell’uso sono ampiamente documentati anche sul piano internazionale – spiega il sindacalista – tanto da essere utilizzato negli Stati Uniti, Canada, Australia, Regno Unito, Francia, Germania, Grecia, Finlandia. Le critiche che dipingono il taser come uno strumento di repressione sono infondate, strumentali e offensive verso chi indossa l’uniforme”.