54enne morto in casa con ferite da armi da fuoco: probabile suicidio, indagini in corso


Un uomo di 54 anni è stato trovato morto in casa a Montecchio Precalcino, nella frazione di Preara. A rinvenire il corpo senza vita di Vladan Bozilovic è stato il figlio 22enne, che ha poi lanciato l’allarme. Il rinvenimento attorno all’ora di pranzo, in circostanze tutte da chiarire, tanto che sullo scenario è giunta la magistrata Alessia Grenna, pm di turno della Procura della Repubblica di Vicenza. Tutte le ipotesi sono sul tavolo: dall’incidente al gesto autolesionistico, e inizialmente non è era scartato neanche il sospetto che si potesse trattare di un omicidio. Un’opzione, però, che nel corso della giornata ha perso di forza.
Sul posto i carabinieri della compagnia di Thiene insieme ai colleghi del nucleo investigativo provinciale, con gli esperti in rilevazioni scientifiche, giunti nell’abitazione su richiesta del Suem 118, in quanto il corpo presentava ferite da arma da fuoco al torace.
Per quanto noto, il 54enne, che da molti anni viveva in Italia lavorando come imbianchino, non si trovava in buone condizioni di salute. Sposato e padre di tre figli, tutti maggiorenni, viveva nell’alloggio di via San Francesco. “Una brava persona – spiega un vicino di casa che conosceva bene la vittima -, da qualche tempo non lavorava più e si vedeva che non stava bene, era molto dimagrito”. L’ambulanza del Suem 118, dopo il riscontro del decesso, ha fatto rientro al polo ospedaliero Alto Vicentino.
La famiglia è originaria di Požarevac, città della Serbia centrale, a circa 80 chilometri dalla capitale Belgrado. A Montecchio Precalcino attualmente vivevano la coppia e due dei tre figli. All’esterno dell’abitazione di Preara, dove il cittadino serbo è stato rinvenuto cadavere, dal primo pomeriggio si sono assiepati giornalisti di varie testate locali, forze dell’ordine e alcuni residenti delle vicinanze, tutti in attesa di aggiornamenti sotto lo pioggia battente.
Una “gazzella” dei Carabinieri parcheggiata di traverso e un nastrobianco e rosso hanno bloccato l’accesso ai non autorizzati. Uno dei figli è stato sentito a lungo dai militari: si tratterebbe il più giovane avuto dalla coppia, la stessa persona che ha richiesto l’intervento del 118. I carabinieri hanno individuato fin da subito l’arma, costruita artigianalmente, che aveva causato le ferite mortali: è stato necessario l’intervento dei carabinieri artificieri per mettere in sicurezza l’arma ai fini del suo repertamento.
Le indagini, così come l’ispezione svolta dal medico legale incaricato dal pm di turno presente sul posto, lascia presagire allo stato attuale che si possa essere trattato di un suicidio. “Sono comunque in corso di accertamento tutti gli elementi necessari per la ricostruzione dell’accaduto, nonché eventuali motivazioni che hanno determinato l’insano gesto”, spiega una nota del comando provinciale dei Carabinieri.
Per chi si trovasse in una situazione di difficoltà psicologica e per i loro familiari si ricorda che sono attivi 24 ore su 24 servizi di prevenzione e assistenza psicologica:
Servizio regionale – Progetto InOltre (800.334.343)
Fondazione Di Leo (800.168.768)
Telefono Amico (199.284.284)
Telefono Azzurro (1.96.96)
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