Francia, Sarkozy condannato a 5 anni per i fondi libici: l’ex presidente andrà in carcere

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Nicolas Sarkozy andrà in carcere. Il tribunale di Parigi ha dichiarato l’ex presidente francese colpevole di associazione per delinquere e prosciolto dall’accusa di corruzione e appropriazione indebita di fondi pubblici nel processo sui finanziamenti ricevuti dal regime libico di Muammar Gheddafi.

Per l’ex capo dell’Eliseo 5 anni di reclusione. La presidente del tribunale ha emesso anche “un ordine di carcerazione”, una prima assoluta per un ex presidente della Repubblica. Non è stato arrestato in aula perché l’ordine è differito “di alcuni giorni” al momento in cui Sarkozy sarà convocato dalla Procura finanziaria, che gli notificherà l’ordine di carcerazione. Il tutto avverrà entro 30 giorni. La presidente del tribunale ha pronunciato anche la condanna ad un’ammenda di 100.000 euro ed ha qualificato i reati commessi da Sarkozy “di particolare gravità”.

Secondo gli esperti giudiziari, l’ex capo dello Stato è destinato probabilmente all’istituto penitenziario della Santé, a Parigi. Per lui, è previsto il “braccio dei vulnerabili”, la zona della prigione dove vanno per lo più i vip condannati, soprattutto i politici.

I fatti contestati in questo nuovo processo risalgono alla campagna per le elezioni presidenziali del 2007. La presidente del tribunale, ha spiegato che Sarkozy è stato ritenuto colpevole di associazione per delinquere per aver “consentito ai suoi stretti collaboratori di agire allo scopo di ottenere sostegni finanziari” da parte del regime libico. In merito all’assoluzione, il Tribunale ha sottolineato che non c’è alcuna ”dimostrazione” che i fondi libici siano arrivati ”alla fine” nella campagna presidenziale del 2007 di Sarkozy.

Sarkozy ha annunciato che farà appello. Una mossa che gli farebbe correre il rischio di essere condannato anche per i due reati dai quali è stato assolto. “Se vogliono assolutamente che io dorma in carcere, ebbene – ha detto l’ex presidente – dormirò in carcere, ma con la testa alta. Io sono innocente. Questa ingiustizia è uno scandalo. Non ricuserò per qualcosa che non ho commesso”.