Valbruna, sindacati pronti alla mobilitazione. Cunegato “Rischio trasferimento in Usa”

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Il “caso Valbruna”, con il corteo di oltre duemila lavoratori a Bolzano della settimana scorsa preoccupa il vicentino e mobilita i sindacati, pronti a scendere in campo anche a Vicenza.
Alla base dei timori il bando che la provincia di Bolzano ha indetto per la concessione del terreno, per 30 anni concesso a Valbruna e ora in gara a livello europeo per i prossimi 50 anni.
E se da un lato la famiglia Amenduni, proprietaria dell’azienda, ha impugnato il bando al Tar con cui la Provincia di Bolzano intende assegnare il terreno sul quale operano le acciaierie, dall’altro lato c’è nel mondo politico locale chi parla già paventa un rischio del trasferimento delle sedi negli Stati Uniti.

In ballo le sorti di un’azienda di riferimento per la provincia di Vicenza e di circa duemila lavoratori nelle sedi di Vicenza e Bolzano.
A puntare il faro a livello locale sulla delicatissima questione è Carlo Cunegato, che con Adriana Carotti è candidato alle prossime regionali con Alleanza Verdi e Sinitra (Avs).
“Bisogna smettere di fare proclami, è arrivato il tempo dei fatti concreti per salvare le aziende del territorio e i posti di lavoro – sottolineano Cunegato e Carotti – A seguito della politica della Provincia di Bolzano Valbruna potrebbe spostare quella produzione nel suo sito americano”.

I fatti
“Molti anni fa l’azienda Falk ha chiuso i battenti a Bolzano vendendo l’attività alla Valbruna mentre il terreno è stato acquistato dalla Provincia Autonoma di Bolzano. Un terreno che poi la stessa Provincia ha concesso per 30 anni alla Valbruna. Negli anni successivi Valbruna ha potenziato quel sito produttivo facendo molti investimenti per garantire la compatibilità ambientale con la città. Le emissioni sono sempre state controllate e basse e, per esempio, non si possono fare i turni di notte.  Ora che i 30 anni sono passati, la Provincia Autonoma di Bolzano invece di costituire un tavolo di confronto tra sindacati, Provincia e azienda, ha pubblicato un bando europeo per l’assegnazione del terreno per 50 anni, un bando che per i contenuti è ostile alla siderurgia”.

Le conseguenze
“A Bolzano ci sono 600 dipendenti, a Vicenza 1200 – spiega Cunegato – La scelta della Provincia di pubblicare un bando europeo non mette in discussione solo la permanenza di Valbruna a Bolzano, con 600 lavoratori senza lavoro, ma impatta anche sul sito di Vicenza che rischia la chiusura con 1200 dipendenti che vedrebbero il loro posto di lavoro a rischio in quanto le due aziende sono integrate nel ciclo produttivo. Siamo solidali con gli operai, e con Fim-Fiom e Uilm che stanno combattendo per tenere aperti i due siti produttivi, in lotta per difendere i posti di lavoro”.

La responsabilità politica
“La maggioranza della Provincia di Bolzano, fatta da Südtiroler Volkspartei e da Fratelli d’Italia, ha la responsabilità politica di quello che sta succedendo. FdI governa anche il Paese e il suo ministro Adolfo Urso è il ministro del Made in Italy – sottolineano Cunegato e Carotti – Ci chiediamo se interverrà concretamente per tutelare un’azienda italiana eccellenza nel settore.  La stessa Regione Veneto, cosa sta facendo per difendere una realtà vicentina messa in discussione dalla autonomia bolzanina? Serve che si smetta di far proclami: è arrivato il tempo dei fatti concreti per salvare i posti di lavoro e le aziende del territorio – concludono – La destra che governa in Provincia di Bolzano, governa in Veneto, governa il Paese forse non si è resa conto che, se non si interviene per salvare il sito produttivo di Bolzano, Valbruna potrebbe spostare quella produzione nel suo sito americano, facendo la felicità di Trump”.

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